I nostri predecessori simili a scimmie mantennero la loro struttura tozza per due milioni di anni perché avere gambe corte sembra costituisse un vantaggio nei combattimenti tra maschi per la conquista delle femmine, secondo un nuovo studio.
Diffusi sulla terra da 4 a 2 milioni di anni or sono, i primi ominidi del genere Australopiteco sono considerati i più immediati predecessori del genere umano Homo, e avevano un´altezza di circa 115 cm per le femmine e 140 cm per i maschi.
Fino ad ora, la struttura tarchiata di Australopitechi ed altri predecessori umani era considerato un adattamento finalizzato a scalare gli alberi. Come il surf o qualsiasi altro sport che richieda equilibrio, avere un baricentro basso garantisce stabilità e, di conseguenza, successo nell´attività.
"L´antico argomento sosteneva che le scimmie abbiano mantenuto le gambe corte per scalare gli alberi, che erano ancora una parte importante del loro habitat" spiega l´autore dello studio David Carrier, biologo dell´Università dello Utah. "Il mio argomento è che abbiano mantenuto le gambe corte perché li aiutavano nel combattimento."
Carrier ha esaminato la lunghezza degli arti inferiori e gli indicatori di aggressività in nove specie di primati, inclusi gorilla, scimpanzé, bonobos, orangutan, gibboni neri, gibboni di Siamang, babbuini verdi, scimmie nane e aborigeni australiani.
Come indicatori di aggressività, Carrier si è soffermato sulla differenza di peso tra femmine e maschi, e la differenza maschio-femmina nella lunghezza dei denti canini, usati per morsicare durante le battaglie. I primati con figure più tozze hanno mostrato più evidenti indicatori di aggressività. Per esempio i gibboni – che mostravano gambe più lunghe delle altre scimmie – risultano bassi nella classifica dell´aggressività. Al contrario, i gorilla maschi, che sono il doppio della misura delle femmine, erano tozzi. Le gambe lunghe non pregiudicavano però l´arrampicarsi dei gibboni su liane e alberi.
"I gibboni sono i migliori acrobati del regno animale. Non vi sono altri animali che sappiano muoversi sugli alberi al modo di un gibbone" ha dichiarato Carrier. "E in questo modo, contrastavano i gorilla maschi, che raramente riuscivano a scalare gli alberi, e quando lo facevano, si dovevano comunque tenere vicini al tronco.
Nonostante gli Australopitechi camminassero eretti al suolo, mantennero gambe corte per due milioni di anni perché l´essere tarchiati li aiutava contro le altre grandi scimmie nei combattimenti maschio-maschio. Con questo vantaggio nel combattimento, i primati dalle gambe corte sarebbero usciti vincitori nella maggior parte degli scontri, ed avrebbero ottenuto l´accesso alle femmine. Ciò significava, la trasmissione di tratti genetici, come gli arti corti, ai posteri. Solo perché gli umani posseggono gambe più lunghe, ciò non li rende meno aggressivi. Piuttosto, le gambe più lunghe sono il prodotto di una specializzazione umana nella corsa sulla distanza. La tendenza nei confronti del combattimento negli antenati delle scimmie potrebbe avere attraversato tutta la storia evoluzionistica per diventare una caratteristica dei moderni umani, suggerisce Carrier. Egli sostiene sia sorprendente dal momento che gli umani sono considerati animali tanto avanzati.
"In qualche modo, il nostro passato evoluzionistico può aiutarci a comprendere le circostanze nelle quali gli umani si comportavano in modo violento, spiega Carrier. "Vi è un numero di linee indipendenti di prove che suggerisce che molto della violenza umana fosse collegato alla competizione maschio-maschio, e questo studio ne costituisce un riscontro."
Lo studio sarà pubblicato sul numero di marzo della rivista Evolution.
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