Completata dopo dieci anni di studio da parte di astronomi australiani, inglesi e americani. Per la prima volta sono state messe in relazione tra loro.
Dopo 10 anni di esplorazione dei cieli notturni dell'emisfero australe, astronomi australiani, inglesi e americani che lavorano all'Anglo Australian Observatory di Coonabarabran nel New South Wales hanno completato la più accurata mappa delle galassie più vicine alla Terra. "La nuova carta del cielo posiziona le galassie, con estrema, precisione le una rispetto alle altre e ciascuna di esse rispetto alla nostra", ha detto Heath Jones che ha lavorato al progetto. Nella nuova carta del cielo sono presenti oltre 100.000 galassie che dalla Terra si estendono per un raggio di circa 2 miliardi di anni luce. Le dimensioni, le forme e la luminosità dei vari ammassi stellari risultano alquanto diversi tra loro.
"Usando una metafora possiamo dire che l'immagine che abbiamo ottenuto è paragonabile a quella di un'enorme mandria di animali in una pianura africana. Osservando la posizione di ciascun animale e le interazioni reciproche possiamo dire verso quale pozza d'acqua è diretto ciascuno di loro. Allo stesso modo il risultato ottenuto ci ha permesso di capire a che velocità e verso quale direzione si sta muovendo ciascuna galassia", ha raccontato Jones.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare le grandi isole di stelle non sono distribuite omogeneamente nell'Universo, ma tendono a raccogliersi in gruppi o in lunghi filamenti lasciando tra di essi enormi vuoti quasi privi di galassie. Di tali vuoti ne sono stati contati circa 500. I gruppi di galassie poi, tendono a raccogliersi in grappoli ancora più giganteschi. "L'Universo dunque appare, abbastanza strutturato", ha detto Jones.
Nei computer degli astronomi i punti che indicano le galassie possono essere visti tridimensionalmente e in tal modo è possibile verificare le reali distanze tra tutte le galassie e come la massa di ciascuna di esse interagisce su quelle vicine.
Ciò ha portato in risalto un dato alquanto interessante: il modo con il quale le galassie si muovono e la velocità dei loro spostamenti non può essere spiegata unicamente tenendo conto della materia che si può osservare direttamente con i telescopi. E' necessario che vi sia altra materia in circolazione, materia invisibile agli occhi e agli strumenti usuali. E' la conferma che nell'Universo vi è almeno il 23% di "materia oscura" di cui solo ultimamente si ipotizza di cosa sia costituita (forse particelle subatomiche).
"La materia oscura - ha sottolineato l'astronomo - è una componente fondamentale dell'Universo. Essa sembra essere una specie di colla che tiene unite le galassie e che impedisce alle stelle di volar via dalle galassie stesse e sembra guidare su larga scala i movimenti dei gruppi di galassie e dei super grappoli".
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