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22 Luglio 2006 PALEONTOLOGIA
The Guardian
Gli scienziati cercano il segreto del nostro successo nel DNA dei Neanderthal
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Gli scienziati devono decifrare il codice genetico del nostro parente più vicino, il Neanderthal, dal petto prominente e dal viso allungato, lungo-affrontato, nella speranza che possa rivelare il modo in cui gli esseri umani moderni hanno sviluppato i formidabili poteri conoscitivi necessari per conquistare il mondo.

Dai frammenti di DNA dalle ossa trovate in antiche grotte, i ricercatori preleveranno il genoma dei Neanderthal e lo paragoneranno con quelli già catalogati da esseri umani e scimpanzé.

Gli esseri umani moderni ed i Neanderthal di staccarono da un antenato comune quasi 500.000 anni fa, poiché fu l´uomo primitivo a sfruttare per primo il potere del fuoco. Da un sito nel nord del Mediterraneo, l´homo heidelbergensis si evolse nei Neanderthal; mentre in Africa, la stessa specie intraprese un percorso evolutivo differente, che infine condusse all´ homo sapiens.

Resti di Neanderthal datati a circa 400.000 anni fa, suggeriscono una specie ragionevolmente specializzata che creava attrezzi ed armi e seppelliva i propri defunti, ha sepolto i relativi morti, ma che non corrispondeva all´homo sapiens homo. L'ultimo Neanderthal si estinse quasi 40.000 anni fa, mentre l´homo sapiens migrò e si diffuse per l´Europa.

Un team di scienziati, guidato da Svante Pääbo dell'istituto Max Planck di Leipzig, analizzerà i filamenti di DNA recuperati da un osso di piede, trovato in una caverna a Vindija, in Croazia, e da un osso dell´avambraccio, da un sito archeologico nella valle di Neander in Germania.

La contaminazione con microbi indica che soltanto il 5% del DNA prelevato dalle ossa appartiene ai Neanderthal, e ciò crea agli scienziati un difficile problema di catalogazione.

Lo sforzo di ricostruire i 3 miliardi di tasselli del genoma richiederà due anni, mediante una tecnica di ordinamento rapido sviluppata da un'azienda degli Stati Uniti, la 454 Life Science. Il genoma completo sarà messo a disposizione del pubblico e di altri studiosi.

"Se siamo realmente interessati a comprendere cosa ci rende gli esseri umani che siamo, dobbiamo guardare i cambiamenti genetici accaduti durante gli ultimi 200.000 - 300.000 anni scorsi; e per identificare quei cambiamenti dobbiamo guardare al nostro parente più prossimo, il Neanderthal" ha dichiarato il Dott Pääbo.

Mentre gli esseri umani ed gli scimpanzé condividono il 99% del loro codice genetico, il rimanente 1% si riferisce a circa 35 milione di "giravolte" genetiche che separano le specie. La differenza fra esseri umani moderni e Neanderthal è molto inferiore, e ciò rende più semplice evidenziare con esattezza i geni che li hanno forniti di caratteristiche distintive, quali cervelli più grandi, e la capacità sviluppare una propria lingua.