sei in Home > Archeologia > News > Dettaglio News
1 Marzo 2009 ARCHEOLOGIA
Repubblica.it
NAZCA - SAPEVANO CHE STAVANO PER SCOMPARIRE E SCAVARONO UN'ENORME FOSSA SACRIFICALE
tempo di lettura previsto 5 min. circa

Nazca, scoperta la "grande offerta" omaggi agli dei prima della fine.

CAPIVANO che la fine era vicina. Avevano già subito due alluvioni e un terremoto, e sapevano che le piramidi in terra cruda di Cahuachi non avrebbero retto ancora a lungo. Il cuore della terra del popolo nazca (vissuto nell'attuale Perù meridionale tra il 400 a. C. e il 500 d. C.), il centro cerimoniale che dettava le regole del loro Stato teocratico, stava per essere definitivamente sommerso da piogge continue ed enormi colate di fango.

Era più o meno il 400 d. C. e i sacerdoti tentarono il tutto e per tutto, si affidarono alla divinità come mai avevano fatto prima. Nel coprire di terra e sigillare una piramide già deteriorata (la cosiddetta "Piramide Arancio" dal colore dell'argilla con cui fu costruita), vi offrirono i loro beni più preziosi: un centinaio di vasi in ceramica raffinatissimi, 34 spettacolari zucche incise e dipinte, tessuti, cesti, oggetti d'oro e persino un uomo e un bimbo. Offerte umane per placare l'ira funesta degli dei.

Gettarono tutto in una fossa enorme, la "grande offerta", come la chiama l'archeologo Giuseppe Orefici che negli ultimi mesi l'ha portata alla luce. "Scoperta sensazionale" anche a detta di Orefici che ai sensazionalismi è abituato: in 27 anni di ricerche a Cahuachi del suo Projecto Nazca (finanziato dal nostro Ministero degli affari esteri e dal Gabriel Trust elvetico), ha trovato centinaia di tessuti dipinti veramente unici, ceramiche enormi e spettacolari, sacrifici collettivi di animali. "Ma in genere abbiamo trovato vasi in ceramica rotti, perché i pellegrini volevano essere certi che la loro offerta non venisse riutilizzata - spiega Orefici - Mentre tutto ciò che compone la grande offerta, oltre 200 oggetti, è assolutamente integro".

E le immagini di quegli oggetti saranno ammirate da chi domenica 1 marzo parteciperà a Firenze al settimo Incontro nazionale della rivista Archeologia Viva, il consueto appuntamento annuale con i protagonisti della grande archeologia e delle grandi scoperte. A Firenze ci saranno anche Enzo Rizzo e Nicola Masini, i ricercatori del Cnr che dall'anno scorso supportano le ricerche nella desertica terra dei Nazca con la loro tecnica innovativa di elaborazione di immagini satellitari ad alta risoluzione.

Già nell'ottobre scorso avevano annunciato la scoperta di nuove piramidi in una valle a un paio di chilometri di distanza dall'immenso centro cerimoniale di Cahuachi, che risulta dunque ancora più grande dei già incredibili 24 chilometri quadrati con addirittura 34 gruppi di piramidi. Enorme soprattutto se si pensa che non era affatto una città, come abitualmente si dice, ma solo un luogo di cerimonie religiose dove affluivano pellegrini da tutto il mondo nazca, portavano prodotti della terra e ricevevano in cambio oggetti preziosi da offrire ritualmente agli dei. Non si sono trovati neppure focolari e si pensa che persino il cibo venisse portato ai sacerdoti dall'esterno già cotto.

Cahuachi era il fulcro di un sistema di governo teocratico capace di controllare con poche semplici regole un territorio immenso. Finché le alluvioni troppo violente e frequenti travolsero irreparabilmente edifici e muri fatti di friabile terra cruda. A nulla valsero le "grandi offerte" che furono forse diverse e ripetute negli ultimi concitati e drammatici decenni di vita del centro. Rizzo e Masini confidano di individuarle con prospezioni geofisiche, e già domenica a Firenze mostreranno i segnali che paiono identificare un gran numero di ceramiche sepolte non lontano dalla grande offerta. Era forse anche lei ancora più grande? Per averne la certezza bisogna scavare. Al più presto.

I Nazca

- Vissero lungo la costa desertica del Perù meridionale dal 400 a. C. al 550 d. C.

- Sono famosi per le linee che disegnano sul terreno desertico enormi figure, soprattutto animali sacri ai nazca. Visibili solo dall'aereo. Si è detto persino che furono disegnate da extraterrestri, ma ora la teoria più accreditata li considera dei cammini sacri realizzati dai nazca rimuovendo le pietre più scure dalla superficie del deserto.

- Realizzarono ceramiche raffinatissime, soprattutto vasi modellati nelle forme degli animali sacri.

- Usavano deformare le teste stringendole in fasce di pelle di lama. Finora si credeva che fossero teste di nemici uccisi, ma ricercatori del Chicago Field Museum hanno appena dimostrato che i Nazca applicavano tale pratica su se stessi, e chi aveva il cranio così deformato si immolava forse volontariamente agli dei.

Cahuachi

- Era il centro cerimoniale più grande e più importante dei Nazca, il cuore del loro sistema di governo teocratico.

- È il più grande centro cerimoniale al mondo costruito con mattoni crudi.

- Si estendeva su 24 kmq e comprendeva 34 gruppi di piramidi.

- Serviva solo per le cerimonie e le offerte religiose. La vita vera si svolgeva tutta all'esterno.

- La scoperta più antica risale al 4280 a. C.: il corpo sacrificato di una donna, a cui furono amputati le gambe e il bacino. Già allora Cahuachi era luogo sacro.

- Fu abbandonato verso il 400 d. C., forse a causa di una serie ripetuta di alluvioni e terremoti che distrussero i suoi edifici.

La scoperta

La "grande offerta", una fossa di 4 x 2 metri, profonda circa 3 metri, con dentro circa 200 oggetti:

- un centinaio di vasi di ceramica decorati, perlopiù ancora intatti

- 34 zucche dipinte con colori resinosi vivacissimi, le prime mai rinvenute nella terra dei Nazca.

- 30 enormi cesti di vimini.

- Moltissimi tessuti, la maggior parte ancora da aprire. Alcuni sono molto grandi (circa 1, 80 x 1, 60 metri) e sono quasi tutti dipinti, una vera rarità tra i nazca. Uniti agli altri tessuti trovati in passato (diverse centinaia) formano la maggiore collezione al mondo di tessuti nazca dipinti.

- Un cucchiaio e una coppa d'oro.

- Il corpo di un uomo sepolto in posizione fetale, con la testa mozzata e sepolta a parte, e quello di un bambino di due anni avvolto in un grande tessuto.

FOTO :

http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/spettacoliecultura/scoperta-peru/1.html