Una tecnica innovativa di remote sensing, messa a punto da ricercatori del Cnr di Potenza, ha permesso di rilevare, sul territorio peruviano, anomalie riferibili ad una piramide sepolta a Cahuachi, culla della civiltà Nasca. I dettagli della ricerca saranno presentati nel corso di un convegno internazionale presso la sede centrale del Cnr a Roma
Potrebbe essere stata sotterrata dagli stessi abitanti della zona, la piramide di terra cruda sepolta a Cahuachi (Perù), le cui tracce sono state evidenziate da una nuova tecnica di elaborazione di immagini satellitari ad alta risoluzione messa a punto da Nicola Masini dell'Istituto per i beni archeologici e monumentali (Ibam) e Rosa Lasaponara dell'Istituto di metodologie per l'analisi ambientale (Imaa) del Cnr di Potenza.
"Cahuachi, situato nel bacino del Rio Grande, sulla costa meridionale del Perù, è noto per essere stato il maggior centro cerimoniale della civiltà Nasca che fiorì tra il I sec. a.C. ed il V sec. d.C.", dice Rosa Lasaponara. "Come si ricava dai dati archeologici, dopo un terremoto di inaudita violenza e devastanti eventi alluvionali, quel che restava dell'antica capitale teocratica Nasca venne sotterrato dai suoi stessi abitanti, ricoperta con le sue macerie, con milioni di tonnellate di materiale con cui era stata costruita".
I risultati della ricerca, svolta in collaborazione con Giuseppe Orefici del Centro de estudios arqueológicos precolombinos di Nasca, saranno presentati nel corso del I Workshop internazionale EARSeL ´Advances in remote sensing for archaeology and cultural heritage management', che si terrà dal 30 settembre al 4 ottobre presso la sede centrale del Cnr a Roma.
"Le anomalie di interesse archeologico sono state individuate su un'area coltivata, poco indagata, attraversata dal Rio Nasca e posta a circa 1, 5 km a nordest dell'area archeologica, oggetto di investigazione da oltre 25 anni", prosegue Masini. "Grazie a tecniche di telerilevamento, misure a distanza di grandezze fisiche effettuate mediante immagini satellitari, sono state identificate tracce sul terreno dovute alla differenza di porosità tra l'´adobe', ovvero terra cruda essiccata al sole, e i circostanti depositi alluvionali, in presenza di umidità e di una soprastante copertura vegetale. "La visibilità di tali tracce", interviene Lasaponara, "è stata poi enfatizzata mediante analisi statistiche in grado di accentuare il contrasto tra le superfici sovrastanti le strutture sepolte e quelle circostanti".
"Le tracce così individuate hanno evidenziato la presenza di 4 livelli di terrazzamento di una struttura piramidale asimmetrica, sul tipo di un'altra già riportata alla luce a Cahuachi, di dimensioni alla base di circa 90 x 100 metri ", conclude Masini. "La piramide rintracciata non è l'unica costruzione sepolta nella zona. La sua scoperta, oltre ad allargare il campo della ricerca archeologica nel territorio di Nasca, offre nuove prospettive nell'uso del telerilevamento per l'individuazione di strutture archeologiche sepolte realizzate in ´adobe', materiale costruttivo molto diffuso nell'America precolombiana e in numerose altre civiltà dall'Asia e all'Africa".
Nel corso della conferenza saranno presentati anche i risultati di prospezioni archeologiche, sempre con tecniche di telerilevamento integrate alla geofisica, nell'area di Piazza d'Armi, sede dell'antica Acropoli presso Veio (Rm). "Grazie all'integrazione di tre tecniche di investigazione geofisica abbiamo raccolto un set di informazioni dettagliate circa la posizione, l'estensione, la profondità e lo spessore di corpi anomali, in questo caso resti di strutture archeologiche, altrimenti non identificabili con i metodi tradizionali", dice Salvatore Piro, dell'Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali (Itabc) del Cnr di Montelibretti (Rm). "In questo modo siamo riusciti ad individuare nella Piazza d'Armi, attualmente ricoperta da materiale di matrice tufacea disgregata e da humus, ulteriori tracce riferite all'antico insediamento urbano, riferibili ad un arco temporale dal IX al VII sec. a.C.".
Il convegno, organizzato dall'Ibam-Cnr e dall'Imaa-Cnr, con il patrocinio dell'Unesco e del Ministero per i beni e le attività culturali e con il supporto di Esa, Asi, Belspo, e Geocart srl, vedrà la partecipazione di ricercatori provenienti da tutto il mondo tra cui Tom Farr e Richard Blom della Nasa che presenteranno due lavori inerenti l'applicazione di telerilevamento satellitare per lo studio del paleoambiente ed il paleoclima del Sahara.
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