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16 Maggio 2005 PALEONTOLOGIA
University of California, Berkeley
LE PLACCHE E LE PUNTE DELLO STEGOSAURO SOLO ELEMENTI ESTETICI
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BERKELEY – Le bizzarre placche e punte che bordavano la spina dorsale dello stegosauro, erano probabilmente un esempio estremo dei modi spesso elaborati e colorati che gli animali sviluppano per riconoscere gli altri membri della loro specie, secondo un team internazionale di paleontologi.

Le analisi del team sulle placche dello stegosauro alimentano il crescente consenso tra i paleontologi attorno all´ipotesi che gli strani ornamenti di molti dinosauri – le corna del triceratopo, la copertura simile ad un elmetto del pachicefalosauro e la cresta dell´adrosauro –non servissero probabilmente ad altro che a differenziare le specie, un po´ come i differenti piumaggi degli uccelli.

"I nostri studi d´istologia ossea ci dicono molto circa il comportamento sociale e lo stile di vita dei dinosauri" ha dichiarato Levin Padian, professore di biologia integrativa all´Università di California, Berkeley, e curatore del campus del Museo di Paleontologia. "Abbiamo tagliato e paragonato le strutture interne delle placche dello stegosauro e le più piccole scaglie dei loro antenati, e scoperto che non esiste una spiegazione funzionale per queste placche per tutti gli stegosauri. Così abbiamo pensato che fossero più probabilmente attinenti a modalità di ricognizione della specie, com´è accaduto a molte antilopi africane – che si sono differenziate in modo significativo da tutti gli altri animali nell´area, così da non confondersi con le altre specie."

"Quando si vedono strutture bizzarre, si è sempre portati a pensare abbiano funzioni bizzarre" ha dichiarato il coautore Russell Main, del Dipartimento di Biologia evoluzionistica degli Organismi dell´Università di Harvard. "Ma nel caso dello stegosauro e perfino di alcuni ceratopsiani, come il triceratopo, ed anche in moderni bovidi ed altri artiodattili, in cui si nota un gran numero di differenti tipi di corna e di varie conformazioni, non si deve necessariamente applicare una spiegazione funzionale. Possono essere spiegate in modo relativamente semplice parlando di riconoscimento dei compagni della stessa specie."

Gli Stegosauri erano erbivori elefantini che popolarono il mondo durante il periodo giurassico, da 210 a 144 milioni di anni or sono, insieme a feroci predatori come l´Allosauro. Raggiungendo i 20 piedi dal naso alla punta della coda, il più riconosciuto stegosauro, lo Stegosaurus stenops, ha una doppia fila di placche lungo la schiena con due o tre paia di punte sulla coda. Altri stegosauri hanno placche più piccole, con escrescenze ossee della pelle, o osteodermi, che erano probabilmente ricoperti di una cheratina simile a quella delle corna. In precedenza i paleontologi avevano supposto che le placche fossero come le orecchie degli elefanti africani, funzionali al ricambio di calore. Avrebbero irradiato calore nei giorni caldi per rinfrescare l´animale, o assorbito il calore dal sole per scaldare il sangue nei giorni freddi. Altri suggerivano che servissero per protezione o come elemento per attrarre i partner sessuali. Ma la nuova teoria confuta tutte le precedenti.

"Le placche non offrivano grande protezione – consistendo di strati di osso denso attorno ad un osso piuttosto elastico e spugnoso" ha dichiarato Padian, uno degli autori della ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Paleontology di questo mese. "Inoltre, non esiste una chiara distinzione tra gli stegosauri maschi e femmine. Senza dimorfismo sessuale, non abbiamo evidenze di selezione sessuale, e non possiamo invocare quindi l´attrazione del partner sessuale come spiegazione."

Per quanto attiene alla termoregolazione, una delle ragioni principali per cui gli scienziati avevano proposto una tale funzione per le placche dello stegosauro, è che queste placche avevano ampi vasi sanguigni che foravano il loro interno, probabilmente canali per portare il sangue ad essere riscaldato o raffreddato. Ma è emerso che si trattava di vasi ciechi, senza un´uscita, e dunque la loro funzione come vasi sanguigni principali risultava difficile da dimostrare.

Per provare la possibilità che le placche e le punte fossero finalizzate alla termoregolazione, i paleontologi guardavano all´evoluzione di queste escrescenze della pelle nella famiglia dei tireoforani, che comprende lo stegosauro. Il team ha ottenuto fossili da una mezza dozzina di differenti specie di tireoforani, che spaziavano dai primi antenati dello stegosauro – dinosauri "dotati di armatura" che vissero 200 milioni di anni or sono – al primo stegosauro e gli altri parenti Anchilosauri – che avevano placche ossee in tutto il resto del corpo – fino agli ultimi stegosauri, che si estinsero all´inizio del Cretaceo più di 120 milioni di anni or sono. Tutti erano erbivori con una placca piatta o eretta robustissima su collo, schiena e coda. Il team ha sezionato circa 10 placche fossili per esaminare la loro struttura interna.

I primi tireoforani, come il dinosauro nord americano Scutellosaurus, che misurava circa 4 piedi dal naso alla coda, aveva piccole placche ossee lungo schiena e coda, ognuna con un bordo leggermente sollevato. Queste4 placche, circa mezzo pollice di dimensione, avevano una struttura interna simile, per alcuni aspetti, alle placche più ampie dello stegosauro, eppure erano ovviamente meno utili al fine di regolare la temperatura interna dell´animale, ha dichiarato Main. Lo stesso è verificato per il successivo Scelidosaurus, di circa 13 piedi di lunghezza, coperto con ampie placche con sporgenze più ampie. L´Anchilosauro, un gruppo fratello dello stegosauro che sopravvisse fino al tardo Cretaceo e si estinse con il resto dei dinosauri 65 milioni di anni or sono, aveva placche molto differenti.

Basandosi su quest´analisi, il team ha sostenuto fosse improbabile che le placche più ampie che evolsero negli antenati degli stegosauri Scutellosaurus e Scelidosaurus, fossero usati per termoregolazione.

Gli autori Padian e Main sottolineano inoltre che le corna di molti animali viventi contengono ampi vasi per rifornire il sangue necessario per la crescita. Nessuna di queste corna funziona per termoregolazione. Un possibile ruolo degli ampi "vasi" nelle placche degli stegosauri e dei loro antenati era portare le risorse di sangue necessarie per la crescita rapida che si ritiene fosse tipica dei dinosauri.

In aggiunta, non tutti gli stegosauri che vissero alla fine del Giurassico avevano le placche ampie e piatte dello Stegosaurus stenops che la maggior parte della gente associa allo stegosauro.

Il Kentrosaurus in Africa e l´asiatico Huayangosaurus, che erano circa della stessa dimensione dello Stegosauro, avevano più punte e poche piccole placche, ha spiegato Main. Queste punte e piccole placche sarebbero state del tutto inutili per lo scambio di calore.

"Si ha una varietà piuttosto grande nei tipi di conformazioni osteodermiche in questi animali, ma non sono specializzate nel modo che ci si attenderebbe se fossero state create appositamente per funzioni termoregolatorie" ha dichiarato. "Sembra piuttosto che le placche fossero semplicemente crescite ipertrofiche, una semplice modifica di un percorso di crescita già in atto."

"Vi è una tendenza naturale che conduce a forme elaborate per il riconoscimento dei gruppi sociali, come il richiamo degli uccelli" ha spiegato Padian. "E questo sottolinea l´importanza del comportamento nell´evoluzione".

De Ricqlès ammonisce, ad ogni modo, che "un ruolo accessorio nella termoregolazione non può essere del tutto escluso per le placche dello Stegosauro. Essendo così ampie e ben vascolarizzate potrebbero avere avuto anche questa funzione. Ciò è così perfino se la spiegazione principale per il loro occorrere in un contesto evoluzionistico, potrebbe risiedere altrove: nominativamente in una sorta di "riconoscimento della specie o dei compagni" come suggerito dal contesto filogenico comparativo dello sviluppo delle placche tra gli Stegosauri"

Per indagare ulteriormente sull´elaborata configurazione di placche e corna degli stegosauri, Padian si recherà in Sud Africa nel mese di giugno per misurare crani e corpi di antilopi africane e controllare la gamma del dimorfismo sessuale. Tali studi non sono mai stati condotti su un´ampia scala sui bovidi africani, ha notato. Nel contempo, Main a Harvard sta studiando la crescita delle ossa e della meccanica scheletrica in animali come capre ed emù per vedere come mutino con l´età.

"Abbiamo più informazioni sulla crescita di alcuni dinosauri che di alcuni dei grandi mammiferi viventi" ha dichiarato Padian.