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20 Settembre 2008 ARCHEOLOGIA
Corriere della Sera
Trovato un vaso con il primo riferimento scritto a Cristo
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MADRID - Le acque del Mediterraneo hanno restituito un antico vaso proveniente dall´Asia Minore e datato I secolo a.C.. Il reperto reca un´iscrizione in greco: "Dia Christou o goistais".

La scritta risalirebbe a prima del 50 d.C. e secondo gli studiosi potrebbe essere tradotta: "Per Cristo il mago". L´affascinante ipotesi dell´archeologo francese Franck Goddio è che si tratti del più antico riferimento a Gesù mai ritrovato. «Cristo era considerato il più grande esponente della magia bianca» ha detto Goddio al quotidiano spagnolo «El Mundo».

DATAZIONE - E il quotidiano spagnolo ricorda come la prima lettera di San Paolo nella quale l´apostolo fa riferimento al suo maestro sia datata 51 d.C. Dunque, se i calcoli degli egittologi sono corretti, i riferimenti scritti a Cristo andrebbero spostati indietro di almeno un anno. Il vaso da mercoledì si trova nella Capitale spagnola, dove sarà esposto fino al 26 novembre nella mostra "Tesori sommersi d´Egitto" allestita al Matadero Legazpi. Per il trasporto del reperto, che ha viaggiato assieme a un team di egittologi e a membri del governo del Cairo, al quale il vaso appartiene, sono state allestite imponenti misure di sicurezza. Da molti anni Goddio, nato a Casablanca nel 1947 e presidente dell´Istituto europeo di archeologia sottomarina, scandaglia i fondali del tratto di costa davanti ad Alessandria d´Egitto e nella baia di Abukir, vicino al delta del Nilo. La sua teoria è che le antiche città di questa regione dell´Egitto, su tutte Alessandria, fondata da Alessandro Magno tra il 332 e il 331 a.C., siano sprofondate in mare a causa del peso dei sontuosi templi e palazzi costruiti su un terreno fangoso. Un´altra teoria parla di un terremoto. Ma se l´incertezza sulle cause rimane, le esplorazioni sottomarine condotte da Goddio in quasi due decenni di lavoro hanno portato a scoperte straordinarie. I primi ritrovamenti risalgono al 1996, ma fu nel 2000 che l´archeologo annunciò al mondo che meno di 10 metri sotto la superficie del mare c´era una grande città, e che secondo lui i templi e i monumenti localizzati dai sensori elettronici erano appartenuti ad Alessandria.

RITROVAMENTI - Da allora i ritrovamenti di reperti non si sono mai interrotti: sono state riportate a terra statue di Iside e sfingi di granito, fino a questo vaso e a quelle parole su Cristo, definito il mago. Un´ipotesi è che il vaso fosse utilizzato in riti divinatori: ci si versava dell´olio, e le "curve" disegnate dal liquido venivano interpretate da un aruspice. Nell´iscrizione, Cristo potrebbe essere il nome del celebrante, oppure potrebbe indicare il Messia invocato dal mago per legittimare i suoi poteri soprannaturali. «Il porto di Alessandria era collegato alla Palestina – dice infatti Goddio - ed è molto probabile che in Egitto si sapesse dell´esistenza di Cristo e dei miracoli che gli erano attribuiti». L´altra ipotesi è che quel vaso fosse un dono destinato a un uomo di nome Christos, magari membro di un´associazione chiamata ogoistais, in riferimento a una divinità chiamata Ogo. Certo, è decisamente meno evocativa.