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16 Febbraio 2005 PALEONTOLOGIA
The University of Utah
IL PIÙ ANTICO HOMO SAPIENS
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Quando le ossa di due antichi umani furono travate nel 1967 presso Kibish, Etiopia (a sinistra il fiume Omo), si credette risalissero a circa 130, 000 anni or sono.

Qualche anno fa, i ricercatori hanno trovato ossa umane, risalenti a 154, 000 a 160, 000 anni or sono a Herto, Etiopia. Ora, un nuovo studio del sito fossile del 1967 indica che i primi membri conosciuti della nostra specie, Homo sapiens, vagavano per l´Africa attorno a 195, 000 anni or sono.

"Ciò ci porta a retrocedere l´inizio degli umani anatomicamente moderni" ha dichiarato il geologo Frank Brown, co-autore dello studio e preside del College di Scienze Minerarie e della Terra dell´Università dello Utah.

La rivista Nature pubblica lo studio nel suo numero del 17 febbraio 2005. Brown ha condotto la ricerca con il geologo e geocronologo Ian McDougall dell´Università Nazionale Australiana di Canberra, e l´antropologo John Fleagle della Stony Brook University di New York.

I ricercatori hanno datato i cristalli di minerali in strati di ceneri vulcaniche sopra e sotto gli strati di sedimenti fluviali che contengono le prime ossa umane. Concludono che i fossili siano molto più antichi dello strato vulcanico di 104, 000 anni or sono, e molto più prossime ad uno strato di 196, 000, ha spiegato Brown.

"Questi sono i fossili più antichi che sia stato possibile datare - di moderni umani (Homo sapiens) attualmente conosciuti - da qualsiasi luogo del mondo" hanno dichiarato gli scienziati in un riassunto dello studio.

SIGNIFICATO DEL PRECEDENTE EMERGERE DELL´HOMO SAPIENS

Brown ha dichiarato che spingere indietro l´emergere dell´Homo sapiens da circa 160, 000 anni or sono, a circa 195, 000 anni, "è significativo, perché gli aspetti culturali dell´umanità nella maggior parte dei casi, appaiono molto successivi nei dati fossili – solo 50, 000 anni or sono - il che significherebbe 150, 000 anni di Homo sapiens senza materiale culturale, come evidenze del consumo di pesci, uso di arpioni, di qualsiasi cosa abbia a che fare con la musica (flauti e cose simili), aghi, perfino utensili. Questo materiale arriva molto più tardi, ad eccezione delle lame di coltello di pietra, che apparvero tra 50, 000 e 200, 000 anni or sono, a seconda di quello che si vuole credere."

Fleagle aggiunge: "Vi è un acceso dibattito nella letteratura archeologica riguardo alla prima apparizione dei moderni aspetti di comportamento come l´incisione delle ossa per ragioni religiose, o strumenti, ornamenti, immagini disegnate e punte di freccia. Appaiono come dotazione coerente dell´Homo circa 50, 000 anni or sono, ed i primi umani moderni che lasciarono l´Africa tra 50, 000 e 40, 000 anni or sono, sembrano averne una gamma completa. Essendo l´anatomia umana documentata in siti di molto precedenti, diviene evidente che vi era un grande divario di tempo tra l´apparizione del moderno scheletro ed il "comportamento moderno"".

Lo studio sposta il dato del cranio umano trovato in Etiopia, nella formazione rocciosa Kibish nel 1967, da 130, 000 a 195, 000 anni, più o meno 5, 000 anni. I fossili di un individuo conosciuto come Omo I sembrano ossa dei moderni umani, ma altre ossa appartengono ad un cugino molto più primitivo chiamato Omo II.

In aggiunta alla questione culturale, le prime date per l´emergere dell´umanità sono importanti per altre ragioni.

"Primo, rende la data dei reperti fossili quasi esattamente concordante con i dati suggeriti dagli studi genetici per l´origine della nostra specie" ha dichiarato Fleagle. "Secondo, pone la prima apparizione del moderno Homo sapiens in Africa molte migliaia di anni prima che in qualsiasi altro continente. Infine, la similare datazione dei due crani indica che quando i moderni umani apparvero per la prima volta, vi erano altre popolazioni contemporanee [Omo II], che erano meno moderne."

Lo studio è stato finanziato dalla Fondazione Nazionale della Scienza, dalla Fondazione Leakey, dalla National Geographic Society e dall´Università Nazionale d´Australia.

HOMO MODERNO NELLA VALLE DELL´OMO

Richard Leakey ed il suo team di paleontologi si recò nel 1967 alla Formazione Kibish lungo il Fiume Omo nell´Etiopia più meridionale, presso la città di Kibish. Trovarono il cranio (meno il volto) e lo scheletro parziale (parte di braccia, costole, piedi e pelvi) di Omo I, e la sommità ed il retro del cranio di Omo II. Brown non era parte della spedizione del 1967, ma lavorava nelle vicinanze e diede un´occhiata al sito ed ai fossili.

"Gli antropologi dissero che sembravano molto differenti nel loro status evoluzionistico" ricorda Brown. "Omo I sembrava essere essenzialmente il moderno Homo sapiens, ed Omo II sembrava essere più primitivo."

Nel 1967, i fossili furono datati a circa 130, 000 anni or sono, malgrado gli scienziati dubitarono dell´accuratezza della tecnica di datazione, basata sul decadimento dell´uranio-238 al torio-238 in gusci di ostrica da uno strato di roccia nelle vicinanze del cranio.

Fleagle spiega che nessuno scienziato è mai stato abbastanza audace da suggerire che Omo II sia qualcosa di diverso dall´Homo sapiens, e che "piuttosto spesso al tempo degli eventi più significativi nell´evoluzione, si scopre un accrescimento nella diversità morfologica [anatomica]." Ora che lo studio conferma che Omo I e Omo II hanno la stessa età – vissero cioè con poche centinaia di anni l´uno dall´altro, attorno a 195, 000 anni or sono – alcuni antropologi suggeriscono che "forse [Omo II] non fosse così primitivo, dopo tutto" ha spiegato Brown.

McDougall, Brown e Fleagle e ricercatori da altre università sono tornati a Kibish nel 1999, 2001, 2002 e 2003. Hanno identificato i siti ove furono trovati Omo I e Omo II nel 1967, e ottenuto nuovi dati su Omo I, inclusa la parte di un femore (vedi foto a sinistra) che corrisponde ad uno dei pezzi del 1967. Hanno anche trovato fossili di animali e strumenti di pietra, e studiato la geologia locale. Lo studio di Nature include risultati iniziali da queste spedizioni.

I dati fossili degli antenati umani possono risalire indietro di 6 milioni di anni, o più, ed il genus Homo sorse circa 1, 8 milioni di anni or sono, quando gli australopitechi evolsero nell´antenato umano conosciuto come Homo habilis. Brown ha dichiarato che i fossili record degli umani sono scarsi tra 100, 000 e 500, 000 anni or sono, così Omo I è significativo perché attualmente ben datato.

DATARE L´ALBA DELL´UMANITÀ

Entrambe Omo I e II giacevano sepolti nella porzione o "membro" più profondo della Formazione di Kibish, una serie di sedimenti di origine fluviale che si stratificarono con cadenza annuale e rapidamente lungo l´antico Fiume Omo, sul delta del quale una volta s´innestava il Lago Turkana. I livelli del lago ora sono molto più bassi, e il fiume entra nel lago circa 100 km a sud di Kibish.

La formazione, spessa 100 metri, è divisa in almeno quattro membri, con ognuno dei quattro sistemi di strati separati dall´altro da una "non-conformità", che rappresenta un periodo di tempo in cui la roccia fu erosa invece di depositarsi. Per esempio, il membro I più profondo di Kibish fu depositato in strati in conseguenza delle inondazioni annuali del Fiume Omo. Dopo migliaia di anni, con la diminuzione delle piogge, i livelli del lago scesero drasticamente, e la parte superiore del Kibish I fu erosa. In seguito, il lago crebbe e la stratificazione riprese, per creare strati del membro II di Kibish.

Inframmezzati tra i sedimenti del fiume vi sono occasionali strati di ceneri vulcaniche dalle antiche eruzioni di vulcani vicini. Alcuni strati di ceneri contengono pezzi di pomice, che a sua volta contiene cristalli di minerale feldspato. Il feldspato ha un piccolo ammontare di potassio 40 radioattivo, che decade in argon-40 ad un tasso noto. Il gas, intrappolato nei cristalli di feldspato, permette agli scienziati di datare il feldspato e la pomice e le ceneri che lo racchiudono.

Brown ha dichiarato che la datazione potassio-argon mostra che uno strato di ceneri - non più di 3 metri sotto il sito in cui erano seppelliti Omo I e Omo II - risale a 196, 000 anno or sono, più o meno 2, 000 anni. Un altro strato risale a 104, 000 anni or sono, e si trova quasi 50 metri al di sopra dello strato che ospitava i resti degli uomini Omo. Le non-conformità rappresentano periodi di tempo in cui la roccia fu erosa, così i fossili debbono essere di molto precedenti rispetto allo strato di 104, 000 anni, e prossimi allo strato di 196, 000 anni or sono, spiega Brown.

Le evidenze più conclusive, spiega ancora, provengono dal sapropel, strati di roccia scura sul fondo del Mediterraneo che si depositarono quando le inondazioni di acqua dolce erano spinte dal Fiume Nilo nei periodi delle piogge. I tributari Nilo Blu e Nilo Bianco, hanno un tratto comune al Fiume Omo. Nel corso degli antichi periodi asciutti, i monsoni sugli altipiani etiopi causavano inondazioni annuali che colmavano il sistema del Nilo, causando la formazione di sapropel sul fondo del mare, e inviavano le acque sino all´Omo, provocando il crescere dei livelli del Lago Turkana e depositando i sedimenti della Formazione Kibish sull´antico delta del fiume. (Nel corso dei periodi asciutti, il Lago Turkana era più piccolo, i sedimenti fluviali erano depositati più a sud, e le rocce di Kibish venivano erose).

Nessun altro sedimento sulla terra è stato trovato per registrate periodi asciutti e umidi che possano correlarsi così bene con lo stesso percorso climatico nei sedimenti oceanici, ha spiegato Brown. Il nuovo studio ha trovato che i "membri" – o gruppi di strati di roccia – della formazione di Kibish si depositarono allo stesso tempo del sapropel del Mediterraneo. In particolare, lo strato vulcanico subito sotto Omo I e II si data a 196, 000 anni or sono, dalla datazione potassio-argo, e corrisponde quasi perfettamente allo strato di sapropel precedentemente datato a 195, 000 anni or sono.

"Ciò è piuttosto significativo" conclude Brown, che respinge qualsiasi teoria che intenda collocare i fossili verso i 104, 000 anni.