GLI UOMINI DI NEANDERTHAL, dalle dita grossolane, non erano capaci di quel genere di presa delicata che consentì ai loro cugini, i moderni uomini primitivi, di realizzare e utilizzare complessi utensili di pietra dotati di manico: lo rivela una nuova ricerca pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences condotta sulle ossa della mano degli ominidi. L´uomo di Neanderthal, sebbene muscoloso e di costituzione robusta, era probabilmente troppo incline a servirsi del pugno per poter fare un uso efficace della tecnologia avanzata dell´età della pietra, o per compiere operazioni di destrezza quali l´intaglio, ipotizza Wesley Niewoehner, antropologo della University of New Mexico di Albuquerque. Questa ipotesi conferisce maggior peso all´idea che l´uomo moderno sia sopravvissuto a quello di Neanderthal grazie alla sua superiorità nell´uso di quel tipo di strumenti.
Niewoehner ha ricostruito delle simulazioni digitali in 3D delle superfici delle ossa del metacarpo, che formano il palmo della mano, degli ominidi. La forma delle estremità metacarpali riflette il genere di presa di cui disponevano tali ominidi. Le ricostruzioni di Niewhoehner fanno pensare che le mani più piccole e snelle dei primi uomini moderni fossero più adatte alla presa "obliqua", utilizzata quando si tiene in mano un utensile complesso fornito di manico, come per esempio un martello. L´uomo di Neanderthal, d´altra parte, avrebbe avuto una presa più potente ma meno raffinata. «Simile a quella che potremmo usare per afferrare una palla da tennis, o un sasso», spiega Steven Churchill, antropologo della Duke University di Durham, North Carolina, che studia i comportamenti dell´uomo di Neanderthal e dei primi uomini moderni.
Quindi, se è vero che l´uomo di Neanderthal avrebbe probabilmente potuto tenere in mano e utilizzare attrezzi complessi, non sarebbe stato in grado di farlo spesso, né con grande abilità, e non sarebbe stato capace di compiere azioni più raffinate, come incisioni e pitture, capacità sviluppate invece dai primi uomini moderni. «Ciò dimostra che, sebbene entrambi disponessero della stessa tecnologia generale, se ne servivano in modi diversi», dichiara Paul Pettitt, archeologo della Oxford University.
di Michael A. Cremo, Richard L. Thompson2. Archeologia Misterica
di Luc Bürgin3. Archeologia dell'impossibile
di Volterri Roberto4. Archeologia eretica
di Luc Bürgin5. Il libro degli antichi misteri
di Reinhard Habeck6. Rennes-le-Château e il mistero dell'abbazia di Carol
di Roberto Volterri, Alessandro Piana7. Il mistero delle piramidi lombarde
di Vincenzo Di Gregorio8. Le dee viventi
di Marija Gimbutas9. Come ho trovato l'arca di Noè
di Angelo Palego10. Navi e marinai dell'antichità
di Lionel Casson
ARCHEOLOGIA BIBLICA
ECCEZIONALE RITROVAMENTO IN UN TUNNEL SEGRETO IN MESSICOARCHEOLOGIA BIBLICA
CIMITERO DI ANFORE IN DUE NAVI ROMANE NELLE EOLIEARCHEOLOGIA BIBLICA
SCOPERTI VASI DI ARGILLA CRUDI A POMPEIPALEONTOLOGIA
IL GIGANTE DI ATACAMA: UN ALTRO GEOGLIFO CHE SFIDA LA NOSTRA COMPRENSIONE DEL PASSATOARCHEOLOGIA BIBLICA
TROVATA AD ORVIETO LA TESTA DEL DIO DEGLI ETRUSCHIPALEONTOLOGIA
IL MISTERO DELLE TORRI SEGRETE DELL'HIMALAYAARCHEOLOGIA BIBLICA
UNO SCAVO ILLEGALE SCOPRE UN TEMPIO DI THUTMOSE IIIPALEONTOLOGIA
LA BUFALA CHE GESU' FU PADRE E MARITOPALEONTOLOGIA
IL "SEME MAGNETICO" CHE DIEDE VIA ALLA VITA VEGETALE SULLA TERRAPALEONTOLOGIA
TRAPPOLE PER DEMONI SCOPERTE IN INGHILTERRA