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11 Febbraio 2005 PALEONTOLOGIA
Tom Clarke Enel Magazine
Dal pugno alla carezza
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GLI UOMINI DI NEANDERTHAL, dalle dita grossolane, non erano capaci di quel genere di presa delicata che consentì ai loro cugini, i moderni uomini primitivi, di realizzare e utilizzare complessi utensili di pietra dotati di manico: lo rivela una nuova ricerca pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences condotta sulle ossa della mano degli ominidi. L´uomo di Neanderthal, sebbene muscoloso e di costituzione robusta, era probabilmente troppo incline a servirsi del pugno per poter fare un uso efficace della tecnologia avanzata dell´età della pietra, o per compiere operazioni di destrezza quali l´intaglio, ipotizza Wesley Niewoehner, antropologo della University of New Mexico di Albuquerque. Questa ipotesi conferisce maggior peso all´idea che l´uomo moderno sia sopravvissuto a quello di Neanderthal grazie alla sua superiorità nell´uso di quel tipo di strumenti.

Niewoehner ha ricostruito delle simulazioni digitali in 3D delle superfici delle ossa del metacarpo, che formano il palmo della mano, degli ominidi. La forma delle estremità metacarpali riflette il genere di presa di cui disponevano tali ominidi. Le ricostruzioni di Niewhoehner fanno pensare che le mani più piccole e snelle dei primi uomini moderni fossero più adatte alla presa "obliqua", utilizzata quando si tiene in mano un utensile complesso fornito di manico, come per esempio un martello. L´uomo di Neanderthal, d´altra parte, avrebbe avuto una presa più potente ma meno raffinata. «Simile a quella che potremmo usare per afferrare una palla da tennis, o un sasso», spiega Steven Churchill, antropologo della Duke University di Durham, North Carolina, che studia i comportamenti dell´uomo di Neanderthal e dei primi uomini moderni.

Quindi, se è vero che l´uomo di Neanderthal avrebbe probabilmente potuto tenere in mano e utilizzare attrezzi complessi, non sarebbe stato in grado di farlo spesso, né con grande abilità, e non sarebbe stato capace di compiere azioni più raffinate, come incisioni e pitture, capacità sviluppate invece dai primi uomini moderni. «Ciò dimostra che, sebbene entrambi disponessero della stessa tecnologia generale, se ne servivano in modi diversi», dichiara Paul Pettitt, archeologo della Oxford University.