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23 Gennaio 2004 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
Gli archeologi contro Zahi Hawass
tempo di lettura previsto 7 min. circa

Il Dr Zahi Hawass è uno degli uomini più potenti della storia – almeno dell´archeologia – e ultimamente è piuttosto adirato.

All´età di 57 anni, è segretario generale del Supremo Consiglio di Antichità Egiziano, ma, come qualsiasi egittologo potrebbe attestare, questo è il minore dei suoi titoli.

Il guardiano dei faraoni, dallo stile del tutto peculiare, comunemente indicato come il "Grande Zee", si occupa con zelo maniacale dei 4, 000 anni di storia egizia e non solo: anche di 500 antichi re, delle inesauribili leggende, delle migliaia di turisti e delle centinaia di archeologi in competizione.

Eppure, il teatrale e schietto studioso egiziano, con una lista di crediti accademici ed il potere di decidere quel che al mondo è dato sapere dell´antico Egitto, è chiamato implacabilmente ad una sfida da due ostinati appassionati francesi.

Il mediatore in pensione Jean Yves Verd´hurt e l´architetto Gilles Dormion richiedono da anni l´autorizzazione a far passare un obiettivo da 15 mm attraverso il pavimento della Grande Piramide di Giza.

Sono convinti che potrebbero così trovare la camera sepolcrale di Cheope (Khufu), il faraone della IV Dinastia che costruì la settima meraviglia del mondo, la Grande Piramide di 150 metri di altezza.

I due francesi sostengono che l´autoritarismo di Big Zee abbia danneggiato l´immagine dell´Egittologia, limitando le possibilità di ricerca agli studiosi – pur qualificati - che non incontrano i suoi favori.

Quel che è emerso da quando i due studiosi indipendenti sono venuti allo scoperto, lo scorso settembre con le loro accuse a Hawass, è un mondo infido fatto di ambizione accademica, orgoglio nazionale, dollari, turismo e pubblicità televisiva.

"Il Dr Hawass tratta l´Egitto come la sua personale riserva di caccia" ha dichiarato Verd´hurt.

"Sono speculatori, dilettanti!" risponde Hawass per niente intimidito.

"Se davvero fossimo dei dilettanti e le nostre teorie assurde" continua Verd´hurt, "il modo migliore per dimostrarlo sarebbe accordarci il permesso e guardarci fallire".

I due francesi – che per 15 anni hanno speso tutto il loro tempo libero e tutti i loro risparmi in scavi in Egitto – si trovavano sul palco del Nono Congresso Internazionale di Egittologia di Grenoble, Francia, a Settembre. Davanti ad un nutrito pubblico di specialisti, hanno illustrato la loro ricerca che si basa sulle misure architettoniche della piramide (e che si trova anche descritta nel libro "La Chambre de Cheops"): Cheope ed il suo architetto trascorsero 20 anni a costruire la Grande Piramide ed affrontarono una serie di problemi strutturali. Quindi, posizionarono la camera funeraria del re in una parte ancora non scoperta della struttura, sotto la cosiddetta Camera della Regina.

I francesi affermano che una scansione radar del pavimento della Camera della Regina ha rivelato una cavità ampia 1 metro che ritengono sia un corridoio che conduce all´autentica ultima dimora del Faraone. Per provare la loro teoria, spiegano Verd´hurt e Dormion, sarebbe sufficiente praticare una piccola incisione nel pavimento della Camera della Regina, nel quale si potrebbe infilare un obiettivo fotografico da 15 mm che si verrebbe quindi a trovare all´interno della cavità.

Userebbero la tecnica già utilizzata nel 2000 alla Piramide di Meidoom, dove sono accreditati della scoperta di un corridoio e due camere.

Ma in un´accesa conferenza stampa a Grenoble, durante il congresso di Egittologia, Hawass ha liquidato la scoperta e dichiarato di avere a che fare con altre centinaia di richieste simili a quelle della coppia francese. ...

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"Le richieste di autorizzazione devono provenire da un´istituzione e devono essere convincenti. Noi egiziani dobbiamo tutelare la nostra dignità.

"Io sono il guardiano delle piramidi. Sangue egiziano è stato sparso per la costruzione di questi edifici maestosi. Non posso permettere ai dilettanti di farsi pubblicità sul sangue egiziano."

In seguito, alla sua presentazione al congresso, Hawass ha annunciato che l´anno prossimo guiderà nella Grande Piramide un team del National Geographic con un "pyramid rover" – un robot a controllo remoto dotato di telecamera.

Gli osservatori hanno intuito dalle sue parole che Hawass è stanco di essere nel mirino degli archeologi stranieri, e forse, in particolare, della Francia.

Fu un francese, Jean-Francois Champollion che nel 1822 decifrò gli scritti della Stele di Rosetta, trovata dal suo connazionale Pierre-Francois Bouchard nel 1799.

La Francia è orgogliosa del ruolo centrale che, da allora, ha assunto nella storia dell´Egittologia.

Oggi, l´egittologia è una scienza riconosciuta a livello mondiale e quasi 300 scavi sono in corso in Egitto, con team archeologici di 12 differenti paesi. Spaziano dai "luoghi caldi" come Tebe e Giza, a Deir-el-Medina, dove gli archeologi francesi ritengono di aver trovato una comune degli artigiani, che sotto Ramses III, organizzò il primo sciopero per ottenere migliori condizioni di lavoro.

"Sono ancora così tante le cose da scoprire, che c´è spazio per tutti" ha dichiarato Jean-Pierre Corteggiani dell´Istituto Francese per gli Studi Orientali, uno degli accademici che sostengono la ricerca di Dormion e Verd´hurt.

Il team di appassionati francesi ha dichiarato che l´ostilità di Hawass verso di loro è principalmente motivata dai suoi legami con il National Geographic, che ha finanziato molti degli scavi e ai quali – ritengono – Hawass deve offrire l´esclusiva televisiva per le scoperte di alto profilo.

La televisione ha mutato il volto dell´egittologia, attraverso i finanziamenti degli scavi e la capacità di elevare il profilo dei singoli scienziati.

I filmati televisivi implicano diritti televisivi. Non ci stancheremmo mai di sospirare davanti alla favolosa maschera d´oro di Tutankhamen o alla sublime bellezza di Nefertiti.

I produttori televisivi che ordinano i loro documentari sanno che il pubblico è sempre più interessato agli scavi e alle scoperte archeologiche, oltre che alle teorie e speculazioni sui personaggi del passato.

Nel corso del XX secolo, Akhenaton è passato dall´essere considerato l´inventore del monoteismo – poiché un solo dio, Aton, veniva adorato nel corso del suo regno – ad essere indicato come un ritardato mentale, impotente e omosessuale.

Speculazioni ancora più colorate circondando Ramses II – di cui è stato detto che fu padre di 100 bambini, che regnò per 66 anni, che morì all´età di 90 e che aveva i capelli rossi.

Pagine e pagine sono state scritte su Nefertiti: speculazioni senza fine circondano l´apparente candore della sua pelle. Vi è una teoria che sostiene abbia ucciso la sua rivale, Kya. Altri invece dicono che Kya, e non Nefertiti, fosse la madre di Tutankhamen – un´idea che potrebbe essere verificata grazie ai test del DNA, se solo le autorità egiziane lo permettessero.

Nell´immediato futuro, ci si dovrà accontentare di una scansione tomografica assiale della testa di Tutankhamen. Hawass ha annunciato la scorsa settimana che l´esame sarà condotto da un team egiziano, nella speranza di stabilire se il re fu colpito a morte circa 3, 000 anni or sono, o se l´archeologo inglese Howard Carter inavvertitamente ruppe il cranio mentre scopriva i suoi resti, nel 1922.

Uno dei sogni degli egittologi è ritrovare i resti mummificati di Nefertiti.

Lo scorso anno Discovery Channel annunciò che Joanne Fletcher, un´esperta di mummificazioni dell´Università di York, aveva individuato Nefertiti tra tre mummie femminili trovate nel 1898 da Victor Loret nella tomba di Amenothep II.

Hawass ha respinto le ipotesi della Fletcher come "pura fantasia" e l´opera di "un principiante".

I rivali suggeriscono che si sia affrettata ad annunciare questa scoperta perché Discovery Channel premeva per un filmato di grande impatto.

Tra le altre speculazioni e motivi di conflitto, Jean Leclant, un esperto di geroglifici che ha trascorso 37 anni nel tentativo di leggere gli scritti nelle camere sepolcrali egizie, ha dichiarato: "Siamo tutti alla ricerca delle tessere di un puzzle che continua ad essere un enigma gigantesco.

"Ma dobbiamo considerare l´Egitto con la dovuta attenzione. Troppe persone non riescono a vedere la linea di confine tra le avventure romantiche e la ricerca scientifica."

Sul suo sito web personale, Hawass – una volta studente alla Flubright, con un PhD presso l´Università di Pennsylvania – chiede che l´Egitto sia restituito agli Egiziani.

Due anni or sono, quasi all´atto della sua investitura, Hawass introdusse restrizioni per i team stranieri, incluso un bando su tutti i nuovi progetti di scavo da Giza ad Abu Simbel.

Verd´hurt spera in un intervento del Governo Francese, che possa avallare la loro ricerca.

Ma altri scienziati francesi la pensano in modo diverso: Jean Yoyotte, del College di Francia, ha dichiarato: "Temo che questo genere di pressioni si possa ripercuotere su altre richieste di scavo da parte dei team francesi."