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30 Settembre 2004 PALEONTOLOGIA
University of California, Berkeley
I MUTAMENTI CLIMATICI E LE PRESSIONI UMANE CAUSARONO UN´AMPIA ESTINZIONE DI MAMMIFERI NEL TARDO PLEISTOCENE
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BERKELEY – Un paleobiologo ed i suoi colleghi dell´Università di California - Berkeley, avvisano che la fauna della terra potrebbe trovarsi in una condizione simile a quella verificatasi tra 50, 000 e 100, 000 anni or sono, quando una combinazione di mutamenti climatici e di pressioni umane causarono l´estinzione di due terzi di tutti i grandi mammiferi del pianeta.

Il paleobiologo Anthony D. Barnosky e i suoi colleghi hanno raggiunto questa conclusione dopo studi accurati delle massicce estinzioni di grandi mammiferi - o megafauna – che si verificarono nel tardo Pleistocene, quando animali come i mammut ed i mastodonti, o i gatti con denti di sciabola, decrebbero rapidamente, e cavalli e cammelli nativi dell´America andarono estinti.

Nella ricercare la causa di queste estinzioni, molti hanno puntato decisamente il dito verso gli umani.

Ma in un articolo pubblicato nel numero di Science del 1 ottobre, Barnosky ed i suoi colleghi hanno concluso che i mutamenti climatici giocarono un ruolo altrettanto importante.

I colleghi di Barnosky in questo studio sono Paul Koch, professore di Scienze della Terra all´Università di Santa Cruz; Scott Wing, un paleobotanico del Dipartimento di Paleobiologia al Museo Nazionale di Storia Naturale della Smithsonian Institution; lo studente di dottorato Alan Shabel, dell´Università di Berkeley ed il recente Ph.D. dell´Università di Berkeley Bob Feranec, ora studioso di post-dottorato alla Stanford University.

"Si è parlato tanto del fatto che i popoli furono la causa dell´estinzione della megafauna, usando uccidere qualsiasi cosa si muovesse, in una sorta di carneficina" ha dichiarato Barnosky, professore di biologia integrativa e curatore del Museo di Paleontologia al Museo della Berkeley. "Ma se si guardano tutte le prove, è chiaro che seppure gli umani ebbero un ruolo importante in queste estinzioni, in molti casi i mutamenti climatici debbono essere considerati corresponsabili".

"Gli umani ed i mutamenti climatici devono essere considerati fattori concorrenti nelle estinzioni avvenute tra 50, 000 e 10, 000 anni or sono, e le stesse cose stanno accadendo anche oggi, in misura anche maggiore".

"Poiché i mutamenti climatici si verificano oggi molto più rapidamente di quanto non accadesse nel tardo Pleistocene, quando si estinse la maggior parte della megafauna, temiamo il ricorrere delle medesime condizioni" ha dichiarato Barnosky. "E l´impatto potrebbe essere persino più forte, a causa dell´impoverimento delle popolazioni animali e dell´espansione dei territori che gli umani stanno sottraendo ai grandi mammiferi.

"Le attività umane, oggigiorno, combinate ai mutamenti climatici, con molta probabilità condurranno all´estinzione di molte più specie animali e mutamenti imprevedibili dell´ecosistema" ha dichiarato.

Le ammonizioni degli autori sono basati sull´esame di studi precedenti sull´estinzione degli animali nel Pleistocene attorno al mondo, dall´Australia all´Europa al Nord America. Il Pleistocene, un periodo che iniziò attorno a 1.8 milioni di anni or sono, fu tempo di ricorrenti glaciazioni, con più di 20 cicli di raffreddamento e riscaldamento che si conclusero solo circa 10, 000 anni or sonno con la fine dell´ultima era glaciale.

In studi precedenti condotti sui resti animali stratificati nelle grotte dell´Occidente Americano, Barnosky ha scoperto che nel corso di alcuni degli ultimi cicli glaciali/interglaciali - tra 1 milione e 600, 000 anni or sono - il numero di mammiferi piccoli, medi e grandi in una data comunità rimaneva approssimativamente stabile, anche se specie differenti potrebbero aver riempito le varie nicchie dell´ecosistema. Nel tardo Pleistocene, invece, accadde qualcosa che mandò in picchiata il numero dei grandi mammiferi per tutto il continente.

Questa nuova analisi degli studi archeologici, climatici ed ecologici, mostra che queste estinzioni si verificarono attorno al mondo. Di più di 150 generi di megafauna – ovvero, animali del peso superiore ai 44 chili – che vivevano sulla terra circa 50, 000 anni or sono, almeno 97 furono estinti attorno a 10, 000 anni or sono. Se si osservano le estinzioni localizzate, invece delle estinzioni globali, 121 generi scomparvero da almeno un continente.

Coloro che incolpano gli umani, ascrivono le estinzioni alla caccia, per mezzo delle eccessive uccisioni –che avrebbero condotto all´estinzione in meno di 1, 500 anni – o mediante una sorta di "blitzkrieg" – termine militare per "guerra lampo" che potrebbe aver cancellato una specie in meno di 500 anni. Un´altra ipotesi battezzata "sitzkrieg" dal termine militate per guerra "di posizione", con un progresso lento o inesistente, vorrebbe invece che gli umani causarono l´estinzione attraverso alterazioni di lungo termine dell´habitat.

Barnosky ed i suoi colleghi hanno trovato evidenze scarse - al di fuori dell´Australia - che gli umani furono la sola causa dell´estinzione. I dati sono incompleti per il continente australiano, ha ammonito Barnosky, ma qui pochi cambiamenti climatici si verificarono al momento dell´estinzione, tra 40, 000 e 50, 000 anni or sono. Ad ogni modo, gli umani erano certamente sulla scena, ed alcuni scienziati ritengono che i fuochi accesi avessero molto a che fare con l´estinzione come caccia diretta. In poche migliaia di anni, ha dichiarato Barnosky, un esteso sitzkrieg potrebbe aver condotto all´estinzione dei grandi mammiferi come i canguri, i vombato, il leone marsupiale (Thylacoleo carnifex) e dal più grande marsupiale di sempre, il Diprotodon di 2 tonnellate e mezzo.

Altrove, le attività umane combinate in misura superiore o inferiore ai mutamenti climatici, hanno condotto all´estinzione. In Europa e parti dell´Asia, i mammiferi come i cervi giganti irlandesi o le alci irlandesi morirono ampiamente verso la fine del tardo Pleistocene in alcune aree, prima della presenza umana. In tempi precedenti, invece, la megafauna adattata al calore come gli elefanti dalle zanne dritte (Palaeoloxodon) e ippopotami, che abbondavano durante le fasi interglaciali, scomparvero con il raffreddamento dell´ultima era glaciale, ad iniziare da 45, 000 anni or sono e persistendo nei picchi periodo glaciale 20, 000 anni or sono.

"E´ questo un caso chiaro di estinzione causata dal clima, senza alcun input significativo da parte degli umani" ha dichiarato Barnosky.

Similmente, in Alaska e nello Yukon, la scomparsa degli orsi dal muso corto, come l´Arctodus simus, simile al grizzly, il più grande carnivoro di terra mai vissuto in Nord America; dei mammut; e di due specie di cavalli si verificò – almeno apparentemente - prima di qualsiasi contatto umano.

Una seconda tornata di estinzioni causate dal clima cominciò in Europa e Asia circa 12, 000 anni or sono, quando animali adattati al freddo – il rinoceronte lanoso ed il mammut – morirono con il riscaldarsi delle temperature. Ma è possibile, sostiene Barnosky, che lo svilupparsi degli umani moderni – Homo sapiens sapiens – con la loro ampia varietà di strumenti e diete differenti, incisero negativamente su questi animali in misura differente dalle altre specie umane, come l´ Homo erectus o i Neanderthal.

Il Nord America, in particolare, è l´esempio di un luogo dove gli umani accelerarono le estinzioni causate dal clima, in molti casi per numero abnorme di uccisioni – fenomeno noto come overkill. Evidenze dell´uccisione di mammut si datano al periodo approssimativo della prima apparizione di punte di freccia di pietra create dagli umani della civiltà di Clovis, circa 11, 400 anni or sono. Solo i mammut ed i mastodonti sono stati trovati con incontrovertibili evidenze che furono uccisi dagli umani in Nord America, malgrado manufatti umani siano stati trovati in associazione con fossili di megafauna estinta in tutti i continenti, inclusa l´Africa.

Nel corso di un periodo, al massimo, di 1, 500 anni, a seguito dell´apparizione di cacciatori stile-Clovis, cammelli e cavalli, rinoceronti e pecari, orsi dal muso corto e tigri dai denti di sciabola, come anche il gliptodonte, simile all´armadillo, ed il bradipo gigante di terra (Megatheriadae), tutti scomparvero dal continente Nord Americano.

"Gli umani ed i mutamenti climatici si presentarono esattamente allo stesso tempo" e congiuntamente condussero all´estinzione della grande megafauna, ha dichiarato Barnosky.

Il caso in Sud America è ancora piuttosto confuso, ha notato, ma anche lì le incursioni umane combinate ai mutamenti climatici coincisero probabilmente con la scomparsa dei grandi mammiferi, come una varietà di armadillo e lama – e animali simili al cammello, in alcuni casi simili a quello del Nord America.

Parimenti, in Africa, non è chiaro il motivo per cui alcuni dei grandi mammiferi si estinsero, dal momento che gli umani crebbero insieme a questi animali, e, per certi versi, avrebbero dovuto creare una sorta di equilibrio insieme. Qui, come in Sud America, le incertezze derivano dalla mancanza di dati.

In queste pressoché recenti estinzioni di grandi-mammiferi, Barnosky vuole leggere una lezione per il futuro.

"Gli umani tendono ad impattare sugli animali più grandi, arrecando agli animali più piccoli un danno collaterale" ha dichiarato. "I mutamenti climatici fanno esattamente l´opposto – colpiscono i piccoli prima, e poi, tramite essi, i più grandi. Oggi, vediamo che gli umani stanno colpendo gli animali più grandi, ed i mutamenti climatici stanno colpendo i piccoli, così potremo aspettarci qualche drammatico mutamento nell´ecosistema."

Uno dei problemi più seri al giorno presente è che, per via della progressiva invasione umana del territorio, non vi sono rifugi per gli animali che volessero spostarsi per via dei mutamenti climatici.

"Una cosa possiamo fare, come conservazionisti, e cioè creare e collegare aree naturali" per permettere agli animali di spostarsi, ha aggiunto. "Dato che le specie non possono più farlo da sé, questa forse è l´unica soluzione."

Lo studio è stato sostenuto dalla National Science Foundation.