Si pensa all´Inghilterra medioevale e ci si immagina una megera rugosa con buchi neri al posto dei denti.
Ma seppure questa fu certo la condizione sfortunata di alcune persone, altre avevano per i propri denti una cura molto maggiore.
I documenti mostrano che non solo l´elite culturale era consapevole dell´importanza di tenere puliti i propri denti, ma anche che sapeva come riempire le cavità e trattare con le fratture facciali. Sapevano perfino riconoscere il cancro del cavo orale e conoscevano i rudimenti per lo sbiancamento dei denti.
Un articolo pubblicato sulla Rivista dei Dentisti Inglesi ha mostrato che la letteratura medioevale (XII-XIV secolo) fa perfino riferimento alla creazione di denti falsi.
L´autore dell´articolo, l´osteoarcheologo Trevor Anderson, ha dichiarato che gli scritti si riferiscono ai modi di preservare e migliorare la condizione dei denti.
"Si conoscevano liquidi sbiancanti, metodi per rimuovere la placca (calculus) e composti per riempire le cavità.
"Vi sono riferimenti a dentiere di denti umani o di ossa di mucca.
"Si conoscevano tecniche chirurgiche per il cancro orale come anche per la riparazione delle mandibole fratturate".
Ma Anderson ha spiegato che questi documenti dovevano essere a disposizione di una ristretta elite di medici e chirurgi, che si trovavano in prevalenza nelle città più ampie o nelle città universitarie.
Ha aggiunto: "Negli strati più ricchi della popolazione era maggiore il consumo di zuccheri, e pertanto maggiore l´incidenza di carie. Gli abitanti dei villaggi avevano probabilmente una dieta più severa, meno residui insinuati tra i denti e pertanto meno rischi di carie.
"La maggior parte delle persone faceva probabilmente affidamento per i problemi dentali su barbieri, fabbri ferrai, amici, e rimedi tradizionali."
Uno dei primi testi "La chirurgia di Roger Frugard", scritto in latino in Italia attorno al 1180, menziona il cancro del cavo orale e suggerisce la chirurgia. Raccomanda che negli stadi acuti la malattia sia curata incidendo la carne sana attorno al cancro, cauterizzando la ferita e quindi sigillandola con il rosso delle uova dopo averla lavata con vino.
Dopo tre giorni la ferita doveva essere cosparsa di allume, prima di applicarvi una lozione fatta di vino e miele ed infusa con le radici di verbasco; caprifoglio, melagrana e zenzero.
Il testo suggerisce inoltre come risolvere la dislocazione della mandibola mediante applicazione di una preparazione di malva e dando al paziente cibi soffici e facilmente digeribili per assicurarsi che la masticazione non potesse condurre ad ulteriore dislocazione.
Il rimedio per il mal di denti suggerisce di cauterizzare la pelle dietro le orecchie prima riscaldando le piante di giusquiamo e porro su carboni caldi ed assicurarsi che il paziente inali il fumo mediante un imbuto.
Il folklore gallese menziona una varietà di rimedi a base d´erbe, ed una combinazione di magie e preghiere per curare il mal di denti.
Le prime forme di sbiancamento dei denti suggeriscono l´uso dell´erba enula (Inula helenium) per levigare i denti ed una polvere di foglie di salvia e sale.
La salvia insieme al rosmarino ed alla malva, è indicata anche per alleviare la cancrena, il gonfiore della bocca ed insieme con il sale e l´aceto, per trattare il cancro della bocca.
Ma, oltre alle erbe più tradizionali, lo scrittore suggerisce alcune bizzarre ricette per attuare estrazioni senza dolore. L´istruzione di un dentista medioevale recita: "Prendere alcune lucertole, ed alcuni degli scarafaggi che si trovano nei mesi estivi, calcinarli in un contenitore di ferro e farne una polvere.
"Inumidire l´indice della mano destra, inserirlo nella polvere ed applicarla ai denti frequentemente, trattenendosi dallo sputarla, fino a quando il dente cadrà senza dolore. E´ dimostrato."
Un altro, dal 1314, garantisce che pregare Santa Apollonia nel suo giorno di festa, il 9 di febbraio, è rimedio per il mal di denti. Apollonia, diaconessa, fu martirizzata mediante l´estrazione di tutti i denti, e quindi bruciata viva.
Altra letteratura del periodo include suggerimenti per evitare "l´alito cattivo" mediante gargarismi di betulla e menta sciolte in vino e sfregando le gengive con un forte tessuto di lino fino a farle sanguinare.
I materiali usati per i riempimenti includono noci di galla, grasso di maiale e mirra, zolfo, canfora, cera d´api, arsenico, tra gli altri.
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