
E' questa la convinzione di Luigi Fozzati, direttore del nucleo archeologia subacquea della Soprintendenza dei beni archeologici del Veneto, che ha cosi' introdotto la tre giorni di convegno internazionale 'I vasai del leone', iniziata oggi a Venezia. Un'iniziativa che si propone di analizzare i numerosissimi reperti ritrovati in oltre 600 interventi di scavo in dieci anni. ''I ritrovamenti di tipo ceramico - spiega Fozzati - si collocano in un arco di tempo che spazia dal VI al XVI secolo, e permettono una valutazione in termini archeologici della produzione e dei commerci in termini sinora neppure immaginati. Saranno gli esperti, in questi tre giorni, a stabilire l'importanza delle scoperte, per le quali si puo' pero' gia' parlare di un vero e proprio 'Rinascimento archeologico di Venezia'''. Il convegno e' un ulteriore passo verso la creazione del museo di archeologia della citta' e della laguna di Venezia che nascera' al complesso del Lazzaretto vecchio: ''E' la prima pietra - ha continuato Fozzati - della fase di allestimento del museo: il lavoro di progettazione e' gia' iniziato nonostante il restauro dell'isola sia ancora in corso e richieda degli anni per essere completato, proprio perche' le scoperte sono di tale rilievo da dover essere valutate con attenzione per la loro ricaduta sulla cronaca dell'epoca medievale''. A testimonianza della vastita' del quadro di rapporti intessuti dal Veneto durante l'epoca medievale sono le provenienze dei reperti, che vanno dall'area veneziana a quella bellunese o friulana, fino a giungere fuori dall'Italia: rapporti col Veneto sono stati individuati non solo nelle aree della Serenissima quali l'Istria o la Dalmazia ma persino a Barcellona, Cipro ed anche nel modo islamico. Proprio per questo, il rettore dell'Universita' di Ca' Foscari, Pier Francesco Ghetti, ha invitato universita' e soprintendenza a creare a Venezia ''un polo d'eccellenza su queste tematiche, perche' il patrimonio e' talmente rilevante che non puo' essere affrontato se non con capacita', background culturale, organizzazione e grande entusiasmo. Altrimenti, sarebbe come fare gli scalpellini in una miniera di diamanti''. L'idea e' stata sposata anche da Antonia Pasqua Recchia, direttrice del Ministero per i beni culturali, che ha ricordato inoltre come ''L'archeologia subacquea ha un fascino ed un' importanza notevolissima. Per questo, col ministero abbiamo messo a punto un programma di censimento del patrimonio sommerso delle regioni meridionali, cercando contemporaneamente di riunire i contributi derivanti da anni di ricerche sinora scollegate. Come a Venezia, nascera' poi anche a Roma un museo che raccoglie tutte le testimonianza medievali della citta', sinora disseminate in vari siti''.






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