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5 Aprile 2004 ARCHEOLOGIA
Corriere della Sera
Giallo sul cadavere di Petrarca
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Non è di Francesco Petrarca il cranio custodito all'interno dell'arca sepolcrale che ne raccoglie le spoglie ad Arquà Petrarca (Padova), oggetto di una ricognizione avvenuta nel novembre scorso, in occasione del settimo centenario della nascita.

La conferma, secondo quanto riportato ieri dal Mattino di Padova, è venuta dalle analisi del Dna effettuate su un dente mascellare e un pezzetto di costola dal prof. David Caramelli, direttore del dipartimento di biologia e genetica dell'Università di Firenze. «Dalle nostre analisi, che hanno seguito i più scrupolosi criteri per lo studio del Dna degradato - scrive Caramelli al prof. Vito Terribile Wiel Marin, uno dei maggiori specialisti al mondo di paleontologia, incaricato dell'ultima ricognizione sui resti del Petrarca - i campioni appartengono a due differenti individui».

A ipotizzare che il cranio non fosse quello del poeta era stata, per prima, l'antropologa Maria Antonia Capitanio: l'arcata sopraccigliare poco sporgente e le apofisi mastoidee avevano fatto pensare che la testa potesse appartenere ad una donna.

Il ritratto di Petrarca affrescato nella sua casa padovana, dietro il Duomo, raffigura un uomo dal capo con ossatura forte, ben diverso dai tratti delicati che lascia intuire il cranio nelle mani degli studiosi.

Il poeta venne sepolto ad Arquà nel 1380, sei anni dopo la morte. «Siamo sicuri al 100% che quella testa non sia quella del Petrarca - afferma Terribile - si tratta ora di attendere tra 6-8 mesi i risultati dell'esame del radiocarbonio richiesto ai ricercatori di Tucson, in Arizona, per datare il cranio».

Difficile al momento ipotizzare in quale epoca possa essere avvenuto lo scambio.