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20 Aprile 2004 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
Un´antica tavoletta con iscrizioni è stata riportata alla luce
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Potsdam - Una squadra di archeologi tedeschi ed egiziani, lavorando sul delta del Nilo ha scoperto una stele piuttosto interessante datata 2200 anni fa risalente all´Egitto Tolemaico che porta un´iscrizione scritta in tre lingue come nella famosa stele di Rosetta.

Annunciando la scoperta il capo degli egittologi Christian Tietze ha affermato che il frammento di pietra è il più interessante e significativo nel suo genere mai scoperto in Egitto negli ultimi 120 anni.

La pietra in granito grigio, alta 99cm e alta 84cm, è stata scoperta "puramente per caso" nel sito tedesco di scavi delle rovine della città di Bubastis, un tempo importante centro religioso e politico a 90km a nord-est dalla moderna Cairo.

Essa mostra un decreto regale, scritto in greco antico, Demotico e Geroglifici, che menziona il re Tolomeo III Euergete I insieme alla data 238 a.C.

Il decreto è particolarmente significativo perché fa riferimento a una riforma dell´antico calendario egiziano che infatti non fu realmente completato fino a circa 250 anni dopo sotto Giulio Cesare, ha affermato Tietze.

Il testo consta di 67 righe in testo greco e di 24 righe in Demotico insieme a tracce di Geroglifici che abbozzano la riforma del calendario e gli elogi di Tolomeo.

Il re è lodato per aver importato il grano dalla Siria, dalla Fenicia e da Cipro, per sventare la carestia nell´antico Egitto, tra altre imprese.

"Testimonia il potere e la magnificenza di Tolomeo III" ha affermato Tietze.

Bubastis fu la capitale dell´Egitto nell´VIII secolo a.C. Il tempio dove si trova attualmente il sito di scavi tedeschi fu probabilmente distrutto da un terremoto, restando a quello che afferma Tietze.

La Stele di Rosetta, chiamata così in virtù del luogo dove è stata rinvenuta nel 1977, riporta un´iscrizione in Greco, Demotico e Geroglifici che permise a Jean-Franaois Champollion di illustrare l´antico linguaggio egiziano. La stele di Rosetta si trova ora al British Museum.