I Neanderthal non sono parenti stretti dei moderni umani e rappresentano una specie singola piuttosto distinta dalla nostra, sostengono gli scienziati.
Comparazioni in 3D tra crani di Neanderthal, moderni umani ed altri primati confermano le teorie che gli antichi popoli fossero una razza a parte, riportano i ricercatori.
Altri invece dissentono, e sostengono che i Neanderthal contribuirono significativamente al moderno patrimonio genetico.
I dettagli della ricerca sono pubblicati sulla rivista americana Proceedings of the National Academy of Sciences.
"Se accettiamo che i Neanderthal non fossero la stessa specie, stiamo davvero dicendo che non contribuirono affatto alla moderna popolazione umana, ed in particolare ai moderni europei" ha dichiarato il co-autore dello studio, la dr. Katerina Harvati della New York University.
I ricercatori hanno raccolto dato su 15 "indicatori", o figure standard, in più di 1000 crani di primati. Un software informatico ha trasformato questi dati in gruppi di coordinate in 3D per ogni cranio, e ha quindi sovrapposto tutti questi gruppi di dati.
Usando l´analisi statistica, hanno comparato le differenze tra i crani dei moderni umani e quelli dei Neanderthal, con quelle individuate tra e all´interno di 12 specie di primati.
I risultati sostengono la visione che i Neanderthal fossero effettivamente una specie separata.
In ogni modo, altri ricercatori considerano i Neanderthal come una sotto-specie o popolazione dell´ Homo Sapiens che trasmise geni ai moderni umani, evolvendo in essi o sia ibridandosi con essi.
La nuova ricerca mostra che le differenze individuate tra Neanderthal e la moderna popolazione umana, diminuiscono nei primi Europei.
La Dr. Harvati ritiene che ciò abbia poca importanza, poiché lo scarto è solo leggermente inferiore che tra i Neanderthal e gli umani viventi. Ma John Hawks, assistente professore di antropologia all´Università del Wisconsin-Madison, Stati Uniti, dissente: "Potrebbe forse suggerire che vi siano caratteristiche comuni" ha dichiarato.
"E´ veramente una quantità impressionante di dati" ha dichiarato il Dr. James Ahern dell´Università del Wyoming.
Ma il Dr. Ahern ha aggiunto che, mentre gli specimen dei Neanderthal usati per lo studio sono tutti di sesso maschile, alcuni dei primi crani dei moderni umani europei che gli autori hanno comparato, appartengono ad individui femminili.
"Sappiamo che maschi e femmine differiscono grandemente nella loro anatomia" e che i maschi sembrano più arcaici, nei tratti, delle femmine.
"Perciò, credo che la differenza osservata tra Neanderthal e popolazioni del Paleolitico Superiore, sia esagerata", ha spiegato.
"La mia personale visione è che il tasso di mutamento evoluzionistico sia apparso così grande, nella comparazione dei campioni per via del passare del tempo" ha dichiarato Hawks.
"I [Neanderthal] esistevano in tempi precedenti, e non avevano ancora acquisito tutte le caratteristiche che noi abbiamo oggi"
Questa concezione contrasta con la teoria dell´origine singola ovvero "Out of Africa 2", che postula che tutti gli umani viventi si espansero da una singola, piccola popolazione che si sviluppò in Africa circa 150, 000 anni or sono.
Quando i moderni umani lasciarono la loro terra natale africana, rimpiazzarono gli umani "arcaici" che vivevano in altre parti del mondo.
I Neanderthal apparvero in Europa circa 190, 000 anni or sono, caratterizzati da un fisico ideale per accumulare calore in un clima da Era Glaciale.
Poco dopo l´arrivo in Europa dei moderni umani, circa 35, 000 anni or sono, i Neanderthal sparirono dai dati fossili.
Studi di DNA mitocondriale delle ossa dei Neanderthal suggeriscono inoltre che avessero poche affinità con la popolazione moderna.
Ma alcuni ricercatori ritengono che ciò non escluda la possibilità che sia avvenuta un´ibridazione tra specie.
Il Dr. Magnus Nordborg della Luan University in Svezia, ha calcolato che perfino se i Neanderthal avessero compreso il 25% della popolazione dopo una ibridazione con i moderni umani, il loro DNA sarebbe impossibile da individuare al giorno presente.
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