Per adesso, dello scafo si conoscono solo la lunghezza: 10 metri, e la larghezza, 2 metri, visto che l'imbarcazione è ancora inglobata nel fango. Poi, quando tra qualche giorno inizieranno i lavori di recupero, si potranno fare delle ipotesi sul tipo e sull'impiego che quel legno dovette avere, 1800 anni fa. I primi dati, appunto la lunghezza e la larghezza, rimandano immediatamente all'altra barca, quella che fu rinvenuta a Ercolano, di fronte ai fornici dell'antica spiaggia, nel 1982. Anche quella imbarcazione, quando venne recuperata dal fango, risultò essere 10 metri lunga e 2 metri e 20 centimetri larga. La barca ercolanese, impiegata per la pesca costiera, era a struttura sfinata, simile a un gozzo marinaro moderno, e poteva avere sino a sei rematori, visto che aveva sei scalmiere (sono gli alloggiamenti per i remi). Quale fosse, invece, l'uso che all'epoca si fece della barca scoperta in quello che dovette essere una sorta di retroporto del porto romano della Neapolis antica si capirà allorché gli esperti saranno in grado di "leggere" i segni: numero di scalmi, presenza di anfore o altra ceramica, attrezzature per la pesca (ami, reti). Da questi elementi si comprenderà se lo scafo fosse usato per la pesca oppure era un piccolo legno utilizzato per trasportare merci generiche o di un tipo particolare. Sicuramente importante, invece, dovette essere quell'edificio di epoca augustea intercettato, sempre sulla stessa linea di scavo del Metrò, a Piazza Nicola Amore, distante poche centinaia di metri da Piazza Municipio. I resti del frontone del palazzo sono in marmo e presentano fondamenta imponenti. Inoltre, i tecnici della Soprintendenza Archeologica di Napoli, coordinati da Daniela Giampaola, l'archeloga responsabile dello scavo, hanno anche catalogato un mosaico, a tessere bianche e nere, ancora parzialmente sotterrato. Ancora, si sono ritrovate tombe, forse medievali, e una fontana, perfettamente coservata, risalente al 1300. I resti rinvenuti in Piazza Nicola Amore, secondo l'assessore all'Urbanistica di Napoli, Rocco Papa, resteranno nella loro sede e si provvederà a renderli visibili ai viaggiatori del Metrò. Per le altre centinaia di reperti rinvenuti nel corso dello scavo, invece, si prospetta una opportuna collocazione in un futuro "Museo del mare" cittadino.
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