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8 Febbraio 2003 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
Trovata la prima maschera umana Opera di Neandertal
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Una piccola pietra di selce di dieci centimetri molto somigliante ad un volto umano potrebbe essere il miglior esempio di arte Neandertal mai trovato fino ad oggi, lo rivela un articolo pubblicato sulla rivista «Antiquity».

La maschera, perché di questo sembra trattarsi, è stata portata alla luce da due archeologi francesi, Jean-Claude Marquet, curatore del Museo della preistoria di Grand-Pressigny in Francia, e da Michel Lorblanchet, direttore delle ricerche del CNRS di Roc des Monges, a Saint-Sozy, due ricercatori molto apprezzati nel settore dell'archeologia preistorica.

Dalle prime analisi svolte sulla statua sembra che risalga ad almeno 35-32mila anni fa. Gli archeologi l'hanno rinvenuta nella zona di La Roche-Cotard, sulla Loira. Il sito dove è stata portata alla luce era già conosciuto, ma solo recentemente nel corso degli scavi, sono emersi alcuni livelli stratigrafici risalenti alla cosiddetta «Cultura Musteriana», una forma culturale sviluppata dagli uomini di Neandertal nel periodo del Paleolitico medio.

La maschera è stata trovata in quello che anticamente sembrava essere un letto di un fiume che scorreva proprio davanti all'ingresso di una grotta abitata dai nostri antichi cugini. Anche il resto del materiale rinvenuto intorno alla maschera, e cioè pietre scheggiate e ossa di animali sembrano essere dello stesso periodo.

La pietra sembra essere stata grossolanamente lavorata per farla sembrare una faccia umana. Lo scultore neandertaliano ha infatti usato una pietra che già gli ricordava un volto umano e l'ha poi meglio rifinita con pochi e rozzi colpi. Il vero colpo d'artista è quello di aver sfruttato delle cavità naturali della pietra stessa per inserire al loro interno delle schegge di osso di animali in modo da riprodurre gli occhi. «Crediamo - hanno scritto i due ricercatori nell'articolo di presentazione della loro scoperta - che si tratti di una sorta di "proto-figurina" costituita da una piccola pietra la cui sagoma naturale evoca grossolanamente una faccia umana dal profilo triangolare. Meglio - aggiungono - sembra essere una maschera di quelle in uso a Carnevale da porsi sulla parte alta del viso simulando una faccia umana o forse quella di un felino».

«Se non fosse stato per quei due intarsi in osso anch'io sarei stato scettico su quella pietra. Invece sembra proprio essere l'opera di un uomo di Neandertal», ha spiegato Alberto Marretta, ricercatore del Centro Camuno di studi preistorici di Capo di Ponte (Brescia). «Certo si tratta di un'opera molto rozza ed elementare che è estremamente diversa da quelle che siamo abituati a vedere e che sono opera degli Homo sapiens - ha aggiunto - ma anche questa maschera è un'ulteriore prova che anche tra i Neandertal erano molto sviluppate non solo le capacità di espressione, ma anche quelle di astrazione dei concetti».

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