Palermo - Una placca in oro su cui sono disegnati i tratti di una medusa. Una piccola placca straordinaria su cui si intravedono il naso e la bocca, con un vistoso rigonfiamento vicino alle guance. E' l'ultima meraviglia uscita dalle cisterne di Cossyra, a Pantelleria. La placca, probabilmente una fibbia da abito femminile, si trova ancora sull'isola, mentre sono giunte al museo archeologico Salinas di Palermo le tre teste ritrovate in agosto. Sono le protagonista dell'evento culturale previsto oggi a Palermo: "Augustea Capita. Le teste di Pantelleria. Le foto di Fabrizio Ferri", e' il titolo della mostra inaugurata oggi (inserita nelle manifestazioni per il venticinquennale dei Beni culturali in Sicilia) e che restera' aperta fino al 22 gennaio.
Una mostra tutta giocata su Cesare, Tito e Agrippina, e sulle foto scattate da Fabrizio Ferri. Scoperte nell'agosto di quest'anno, le teste risalgono al I secolo d.C., e sono state trovate in momenti diversi: le prime due, attribuite ad Agrippina (anche se molti studiosi propendono per Antonia Minore, a causa dell'acconciatura, o comunque, in senso piu' lato, per un importante personaggio femminile della gens giulio-claudia) e a Cesare, erano in un'antica cisterna; da un sito simile, quindici giorni dopo, e' venuta fuori la testa attribuita a Tito, figlio di Vespasiano, probabilmente nascosta durante i giorni dell'invasione vandalica.
La testa femminile con un diadema, doveva essere inserita su una statua. Secondo gli archeologi della Soprintendenza di Trapani (che ha effettuato gli scavi in collaborazione con le universita' della Basilicata e di Tubingen), capitanati da Sebastiano Tusa, le teste sono l'esempio di un crocevia di attivita' intorno a Pantelleria, autentico ponte tra Cartagine, la Sicilia, l'antica Lilibeum e la Sardegna. Dopo una pulitura appropriata (i reperti sono comunque in ottimo stato) le teste sono giunte a Palermo. Qui sono state sistemate su supporti in plex trasparente, come se fossero poggiate su una base liquida. Lo stesso effetto ha cercato di creare Fabrizio Ferri: il grande fotografo di moda ha immaginato Cesare e Agrippina sospesi su un liquido immobile. "Volevo che ritornassero alla terra e all'acqua, come se nascessero a nuova vita", ha detto Ferri.
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