La storia dell'umanità è in qualche modo la storia del vino: queste le conclusioni di Patrick McGovern, archeologo molecolare presso l'Università della Pennsylvania, che si è messo da qualche anno sulle tracce della nascita della viticoltura, intesa come tecnica di coltivazione della vite e della produzione della bevanda. I risultati di queste ricerche sono racchiusi nel suo ultimo libro, Ancient Wine: The Search for the Origins of Viniculture (in inglese), edito dalla Princeton University Press.
La cantina degli egiziani. Una sofisticata lavorazione del vino avveniva già per mano degli egizi. Da tombe e palazzi che risalgono ad almeno 5.000 anni fa, gli archeologi hanno portato alla luce anfore provviste di etichette che riportavano con la massima precisione caratteristiche e provenienza del contenuto.
Questi sigilli di garanzia fornivano anche informazioni sul nome del vino, la regione di provenienza della vite, l'anno di produzione, il titolare della primordiale azienda vinicola e addirittura un giudizio di qualità della bevanda. Ma le lancette dell'orologio enologico vanno portate ancora più indietro visto che gli stessi faraoni avrebbero importato la celebre bevanda dai loro vicini. Si pensi che nel 1996 il laboratorio dell'archeologo molecolare è riuscito a ricreare una miscela in base alle tracce di vino ritrovate in una giara risalente ad almeno 7.500 anni fa, ritrovata nell'odierno Iran. Secondo lo studioso, il Neolitico, dall'8.500 al 4000 a.C., sarebbe da considerarsi il primo periodo in cui si erano presentate le condizioni ideali per la coltivazione di una vite e il suo sfruttamento.
Quell'unica vite che ha fatto il giro del mondo. Di successo e successo (quale miracolo deve essere sembrato quello della fermentazione naturale) e di civiltà in civiltà, il vino è diventato medicinale, collante sociale, sostanza afrodisiaca, fino ad essere usato anche nelle cerimonie di culto come simbolo evocativo del sangue (come nella celebrazione dell'eucarestia). Questo passaggio di tavola in tavola della bevanda, spiegherebbe il mistero del fatto che il 99 per cento del vino oggi sulle nostre tavole proviene tutto da un'unica specie di vite eurasiatica (Vitis vinifera sylvestris), tra le oltre cento che possono essere coltivate in Asia, Europa e Nord America.
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