sei in Home > Archeologia > News > Dettaglio News
12 Gennaio 2003 ARCHEOLOGIA
Kataweb
Pisa. Una Fondazione per le navi romane di San Rossore
tempo di lettura previsto 4 min. circa

Pisa - Per oltre un millennio, Pisa fu uno dei più grandi, se non il più grande, porto commerciale del Mediterraneo, non solo in epoca romana, ma anche etrusca quando da qui partivano navi cariche, soprattutto di vino, dirette in prevalenza verso la Francia, terra che, secondo gli studiosi, ancora non aveva sviluppato quella sapienza recuperata più tardi nel trattare le viti ed il loro inebriante succo. Appare sempre più chiaro che preesistesse un porto etrusco a quello romano, scoperto nella zona tra San Piero a Grado e San Rossore, nel dicembre del 1998 quando una ruspa portò alla luce una grande struttura in legno mentre erano in costruzione le fondamenta del Centro di controllo Fs per la linea Roma-Genova, a San Rossore, a pochi chilometri da Pisa.

La portata di quella scoperta, destinata, secondo gli studiosi, a definire in maniera scientifica la storia dei rapporti nel Mediterraneo in epoca etrusca e romana, è stata ribadita oggi a Pisa dove si è tenuto il convegno "Le Navi di Pisa e l' Europa", dedicato alla conservazione ed alla valorizzazione della enorme quantità di reperti trovati, al quale hanno partecipato, tra gli altri, il ministro per i beni e le attività culturali Giuliano Urbani, quello alle infrastrutture Pietro Lunardi, il sovrintendente ai beni archeologici della Toscana, Angelo Bottini, storici, archeologi ed esperti di conservazione.

Il convegno si è tenuto nel capannone messo a disposizione dal Gruppo Teseco, in località Ospedaletto, a pochi chilometri dallo scavo, che ospita lo scafo di una nave da guerra di 12 metri, battezzata 'Giuditta' dagli archeologi, e dove è già stato avviato, "anche se in maniera non appariscente", come ha detto Urbani, un Centro per il restauro del legno, destinato a diventare il punto di riferimento nazionale per questo tipo di restauri.

"Noi finora avevamo parlato di Pisa, città marinara in genere con riferimento all' età romana, però gli autori antichi ci parlano di Pisa città marittima in periodo etrusco - ha detto Giovannangelo Camporeale, dell' università di Firenze - ed i reperti di Pisa stanno dando la prova o la controprova di una città proiettata sul mare già in periodo etrusco. I reperti di Pisa significano entrare nella storia dell' ultimo millennio avanti Cristo". "I reperti di Pisa raccontano quasi un millennio di storia della marineria - spiega Mario Torelli, docente di archeologia all' Università di Perugia -, sono importanti in sè ma anche per la storia etrusca e romana e delle grandi relazioni del Mediterraneo".

Se il Laboratorio è già stato avviato, sembra che manchi poco anche alla nascita della Fondazione che dovrà gestire e valorizzare le straordinarie scoperte fatte nel 'Porto delle meraviglie' di San Rossore. Urbani, che aveva promesso la costituzione entro la fine del 2003, ha detto che "le difficoltà iniziali sono state superate e che adesso disponiamo di uno statuto tipo, che è quello messo a punto per il Museo Egizio di Torino, che sarà applicato anche alla Fondazione di Pisa con le dovute modifiche". Secondo il ministro è stata già imboccata anche la strada che porterà al 'Museo del Mare', che sarà ospitato negli Arsenali Medicei, una struttura del sedicesimo secolo progettata dal Buontalenti, ubicata sui lungarni pisani.

"In tempi brevissimi - ha detto il ministro - si partirà con un progetto industriale, cioè un progetto a tappe successive che dovranno portarci, coerentemente e progressivamente, verso l' organizzazione del Museo che prenderà forma in rapporto ai vari stati di avanzamento del recupero e del restauro delle navi". Quanto alle risorse Urbani assicura che "non mancheranno".

"Saranno trovate anche - ha detto - da 'Marcus', la neonata società per lo sviluppo delle arti, della cultura e dello spettacolo, approvata nei giorni scorsi e che godrà di molti soldi che verranno dalla legge obiettivo che destina alle infrastrutture museali e culturali il 3% di ciò che si spende in autostrade, porti e ferrovie".

Dal 1998 ad ora, dall' antico porto di Pisa sono affiorate circa 20 imbarcazioni, in prevalenza mercantili, datate dal III-II secolo a.C. a oltre il VII secolo d.C.. Assieme ad esse una quantità incredibile e mai vista prima di reperti: corde, calzature, ceste di vimini, strumenti di navigazione, oggetti per scrivere, vasellame, ossa animali (bovini, capre, maiali) e addirittura anche un dente di leone, forse africano.

Nel '99 fu trovato anche lo scheletro di un marinaio assieme a quello del suo cane bassotto. Reperti ben conservati in una sabbia molto umida, sigillata da strati di argilla che non ha fatto sviluppare ossigeno, consegnandoci cosi' una lettura intatta della antica storia del Mediterraneo e dei suoi traffici.