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20 Agosto 2003 ARCHEOLOGIA
Avvenire
La scoperta dell'elefante di pietra
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"Quelle due statue sono state scolpite dalla mano dell'uomo". Domenico Canino, lo "scopritore" del sito dell'elefante di Campana, non ha dubbi: "Non si tratta di erosione naturale. I due colossi sono costituiti da diversi blocchi di pietra, ognuno delle dimensioni di 50-60 centimetri e pesante diverse tonnellate, scolpiti e sovrapposti l'uno sull'altro". Dal momento del ritrovamento, questo giovane architetto cosentino, esperto di archeologia, si è recato sempre più spesso sul posto, per osservare le due sculture da vicino e studiarle. "Continuavo a chiedermi: Chi le ha scolpite? E quando? Un'idea me la sono fatta, basata, però, sulle mie conoscenze". Quando si parla di elefanti in Calabria non si può non pensare a Pirro e Annibale, che tante tracce del loro passaggio hanno lasciato nella regione. Il primo arrivò nel 280 a.C. in soccorso ai Brettii, un popolo rude e ribelle che abitava la Calabria settentrionale e combatteva contro i romani. Il secondo attraversò le Alpi con le sue armate e un folto numero di elefanti nel 218 a.C. "Anche lui strinse alleanza con i Brettii - spiega Domenico Canino - Ecco perché molta gente qui ritiene che a costruire la grande statua sia stato questo popolo". Un'ipotesi avvincente, che però non lo convince. "L'elefante di Campana - dice Canino - non ha le orecchie grandi come quello africano di Annibale e le sue zanne non sono rivolte verso l'alto come quelle dell'elefante di Pirro. La statua somiglia di più a un esemplare di Elephans Antiquus, estintosi alla fine del Pleistocene, circa 12 mila anni fa. La zanna, infatti, è rivolta verso il basso. E non solo: seppur mutilata raggiunge la lunghezza di 180 cm, completa sarebbe stata 220 centimetri, proprio come quelle fossili ritrovate nel rione Archi di Reggio Calabria alcuni anni fa. Con l'aiuto del computer - continua - sono riuscito a sovrapporre le immagini della statua e di questo animale preistorico. La somiglianza è sconvolgente". E conclude: "Se fosse così, si potrebbe ipotizzare che i due colossi siano stati costruiti dai Choni, una civiltà che prima dei greci popolava l'area dell'Alto Ionio cosentino. Il loro nome significa uomini delle caverne. Come quelle che si trovano ai piedi del sito archeologico di Campana".