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7 Luglio 2003 ARCHEOLOGIA
Heramagazine.net
Rocce millenarie
tempo di lettura previsto 3 min. circa

In una remota area del Brasile, a Pedra Furada, esiste un sito preistorico con più di 350 pareti di pietra in cui sono raffigurate pitture che ritraggono persone, cervi, lama, coccodrilli e persino puma. Queste pitture rappresenterebbero le più antiche incisioni rupestri mai trovate nelle Americhe, e la loro scoperta potrebbe cambiare radicalmente le teorie degli scienziati che tentano di comprendere in che modo e in quale epoca i primi gruppi umani giunsero in quest'emisfero.

Riguardo a tali ipotesi, però, uno scienziato texano ha dichiarato che le pitture, disegnate con carbone e altri pigmenti, non risalirebbero a 30.000 anni fa, come afferma un gruppo di archeologi diretti dal brasiliano Niede Guidon, ma avrebbero solo poche migliaia di anni. I dubbi del ricercatore riguardano il metodo impiegato dagli scienziati per datare le pitture delle grotte.

Spesso, infatti, si utilizza la datazione al C-14 per determinare l'età degli oggetti rivenuti. Molte pitture rupestri a Pedra Furada furono realizzate con pigmenti inorganici - rossi, marroni e gialli - che non possono essere datati col carbonio radioattivo perché non hanno carbonio. Il carbone può essere accuratamente datato, ma fornisce una datazione più antica, in assoluto, perché il legno carbonizzato impiegato per la pittura potrebbe essere stato bruciato molto prima di essere applicato sulla parete.

Per far fronte a questo problema, gli scienziati possono misurare gli elettroni intrappolati nel sottile strato di calcio che si forma sulle pitture delle grotte lungo i secoli. Sebbene sia un metodo valido per datare stalattiti e stalagmiti nelle grotte, risulta inadeguato per datare l'arte umana perché presente nell'argilla sulle pareti delle grotte, antiche di milioni di anni, può contaminare il deposito di calcio e restituire un'età assai più remota.

Gli scienziati brasiliani hanno impiegato questo metodo di recente, per stabilire l'età di alcune pitture di Pedra Furada risalenti a 27000 e 44000 anni, arretrando l'affermazione di Guidon che, invece, le collocava in epoche molto più antiche. Per dare validità ai ritrovamenti, comunque, il gruppo di Guidon ha inviato una parte del materiale a Marvin Rowe, professore di chimica archeologica alla Texas A&M University, il quale ha sviluppato un insolito metodo per datare l'arte delle caverne, chiamato "estrazione del plasma".

Il metodo di Rowe è unico, in quanto è in grado di estrarre tracce di carbonio dai pigmenti non viventi, e fornisce agli scienziati un nuovo strumento per datare la pittura rupestre. Nel suo laboratorio, Rowe ha testato 12 campioni di pittura rossa e li ha inseriti in un arco di tempo compreso tra 1230 e 3730 anni fa, davvero sorprendente per gli insediamenti umani del Sud America. L'occupazione umana a Pedra Furada, 30.000 anni fa, rivoluzionerebbe totalmente le teorie scientifiche del popolamento delle Americhe.

Fino a oggi si riteneva che nuclei umani di cacciatori di mammut arrivarono in America attraversando la Beringia (lingua di terra emersa in corrispondenza dello Stretto di Bering durante l'ultima era glaciale) circa 12.000 anni fa, una teoria basata sui ritrovamenti di un rilevante sito archeologico vicino a Clovis, Nuovo Messico, che risale a 11.500 anni fa. Nel 1985, un antropologo dell'Università del Kentucky, Tom Dillehay, annunciò il ritrovamento di manufatti umani nel sito di Monte Verde, nel Cile centrale, risalenti a 12.500 anni fa, che hanno portato gli scienziati a ipotizzare che gli umani fossero lì da epoche precedenti, forse giunti con barche piuttosto che via terra.

Dillehay afferma che i suoi scavi a Pedra Furada supportano l'idea che gruppi di umani di stanziarono in quella zona circa 11.500 anni fa, ma non prima. << Dobbiamo tenere aperte le mostre menti, ma con cautela>> ha, infine, dichiarato Dillehay.