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15 Maggio 2003 ARCHEOLOGIA
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Non siamo parenti dei neanderthaliani
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Una ricerca condotta da genetisti italiani dell'Università di Ferrara conferma che non siamo parenti dei neanderthaliani. Nel senso che la nostra specie, Homo sapiens o Cro-Magnon, ha rimpiazzato 24 mila anni fa l'Homo neanderthalensis in Europa senza incrociarsi con esso. Per alcune migliaia di anni durante il tardo Pleistocene, attorno a 40 mila anni fa, in Europa i primi uomini moderni hanno vissuto insieme ai neanderthaliani. E secondo una antica teoria questi uomini arcaici erano imparentati fra loro, all'interno di un singolo albero evolutivo e avrebbero contribuito al corredo genetico degli uomini moderni. Ma già alcuni anni fa i dati sul Dna mitocondriale di resti di Neanderthal avevano mostrato che fra noi e questi uomini arcaici non c'erano vincoli di parentela. Un risultato confermato dai dati presentati in un articolo firmato da ricercatori italiani sull'ultimo numero della rivista Proceedings of the National Academy of Science.

«Per la prima volta», spiega Guido Barbujani, genetista all'Università di Ferrara, e autore dello studio, «abbiamo condotto un confronto diretto fra le sequenze di Dna mitocondriale di uomo di Neanderthal con quelle di Cro-Magnon, di 24 mila anni fa, quindi quasi contemporanei». I dati ribadiscono che non siamo imparentati con i Neaderthal e contemporaneamente abbattono una delle obiezioni che erano state poste l'indomani della pubblicazione delle sequenze dei Neanderthal. Gli studi precedenti infatti avevano confrontato il Dna mitocondriale di uomini di oggi con quelli di individui vissuti 30 mila anni fa. Era quindi ipotizzabile pensare che le prove genetiche di una parentela, semmai fossero esistite, avrebbero potuto essere cancellate dai 25 mila anni successivi.

«Il Dna mitocondriale che abbiamo studiato deriva dai resti di due Cro-Magnon risalenti a circa 24 mila anni fa e rinvenuti nell'Italia meridionale nel sito di Paglicci», continua Barbujani. «Il Dna di questi antichi sapiens, mostra che sono molto simili a noi, e la variabilità riscontrata è pienamente compatibile con quella che oggi potremmo trovare fra due individui. Invece i Neanderthal sono decisamente più lontani. Per dare un'idea basta dire che su 360 basi azotate dei tratti di Dna analizzato, ci sono 25-26 differenze fra noi e Neandethal. Mentre le differenze fra noi e i Cro-Magnon sono 4-5 su 360, pienamente all'interno della variabilità genetica fra individui della stessa specie».

Se da una parte l'analisi del Dna antico è sempre complessa ed è difficile poter escludere con certezza assoluta ogni ipotesi, ci sono altri elementi che oggi portano a pensare che i Neanderthal non facciano parte dell'albero evolutivo dell'Homo sapiens. «I tratti anatomici osservati sui fossili studiati dai paleoantropologi tendono ad escludere una parentela fra Sapiens e Neanderthal. Inoltre, dal momento che noi abbiamo analizzato il Dna mitocondriale abbiamo studiato in realtà la possibile trasmissione dei caratteri ereditaria solo per via femminile. Per cui qualcuno potrebbe pensare che i Neanderthal e i Sapiens si siano incrociati attono a 40 mila anni fa ma solo per via maschile. Questa ipotesi però è poco probabile, perchè quando su un territorio ci sono due specie, una più evoluta e una più arcaica, in genere sono i maschi più evoluti a prendersi le femmine dell'altro gruppo, e non viceversa», continua Barbujani. «Infine in alcuni siti ci sono prove dell'esistenza dei Sapiens prima dei Neanderthal: in Palestina, per esempio nel sito di Qafzeh e di Skuhl, ci sono resti di Sapiens precedenti ai Neanderthal».