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10 Febbraio 2003 ARCHEOLOGIA
Archeomedia
La Cappella Sistina del deserto
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La straordinaria scoperta è avvenuta lo scorso maggio ad opera del giovane scultore torinese Jacopo Foggini, accompagnato da suo padre, l'ex-industriale Massimo Foggini, grande appassionato di deserto, da un fotografo, Marco Rizzuto, e da un esperto, Massimo Caiazzo.

Arrampicatosi alla parete del lato ovest del massiccio Gilf Kibir, un altopiano alto 1.100 metri al confine con la Libia, a 30 metri d'altezza, Jacopo si è trovato di fronte uno spettacolo straordinario: una cavità larga circa 15 metri ed alta 6, che sembra essere soltanto la parte superiore di un antro molto più grande i cui limiti sono difficilmente valutabili poiché occupato per i ¾ dalla sabbia.

La grotta individuata dai nostri potrebbe essere stata la grande volta di un luogo di preghiera, una sorta di santuario: una "Cappella Sistina" della preistoria egiziana, come l´ha definita lo stesso Foggini.

Le pareti sono letteralmente tappezzate di impronte di mani, graffiti, disegni rossi rappresentanti uomini, animali irriconoscibili, scene di danza e di paura. Tra tutti di particolare rilievo è la presenza di tre tuffatori che rievocano immediatamente i nuotatori presenti nella grotta scoperta anni fa da Giancarlo Negro, editore della rivista Sahara.

Il particolare davvero affascinante avvalla la tesi degli studiosi che sostengono che in quella zona milioni di anni fa doveva esserci il mare o un grande lago, rigogliose foreste e villaggi abitati tra l´VIII ed il III millennio a. C. da nostri antenati, soliti decorare le loro abitazioni con vivissimi colori naturali.

Jacopo Foggini vorrebbe ora tornare sul posto con degli specialisti per condurre ricerche più approfondite in loco. Suo padre, sessantasette anni sta partecipando in questi giorni ad un altro viaggio ad ovest del Cairo, nei pressi dell'oasi di Siwa, in compagnia dell'archeologo Paolo Gallo, responsabile dell'Istituto di ricerche mediterranee di Alessandria d'Egitto.

TAG: Preistoria