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21 Giugno 2010 ARCHEOLOGIA
Simona Marchetti Corriere della Sera
Restaurato un Tintoretto dimenticato in una casa inglese
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MILANO - Nel 1981 Henry John Ralph Bankes, discendente dell´esploratore ed egittologo inglese William John Bankes, noto per le sue avventure in epoca vittoriana, lasciò al National Trust la magione di Kingston Lacy nel Dorset, e fra i beni contenuti nell´antica casa di famiglia vi era anche un dipinto, originariamente conosciuto come «Apollo e le Muse», che si diceva fosse del Tintoretto, anche se le pessime condizioni in cui era stato tenuto ne avevano reso difficile l´attribuzione ufficiale. E così il quadro è finito dimenticato in un deposito per 30 anni, fino a quando non si è deciso di mettervi mano con un robusto intervento di restauro da quasi 45mila euro, eseguito dagli esperti dell´Hamilton Kerr Institute di Cambridge, che hanno rimosso 500 anni di sporco e vernice ormai scolorita.

Al termine del lavoro di recupero, è stato così possibile confermare che si trattava davvero di un´opera del maestro del Rinascimento veneziano, sebbene, analizzandola poi ai raggi X e infrarossi, siano emersi forti dubbi sul simbolismo del quadro e sull´identità dei personaggi raffigurati, tanto da spingere i curatori del «National Trust» a cambiargli il titolo in «Apollo (o Imeneo) che incorona il Poeta dandogli una Sposa» e a chiedere aiuto al pubblico per risolvere il mistero legato al dipinto.

«In questo momento, abbiamo più domande che risposte – ha confermato al "Daily Telegraph" Rob Gray, responsabile della "House and Collections" di Kingston Lacy – e stiamo ancora cercando di capire che cosa significhi il quadro. La prima volta che ci è arrivato, infatti, il dipinto era così scuro che potevi a malapena distinguere le figure, ma dopo il restauro abbiamo cominciato a dubitare del titolo originario e gliene abbiamo dato uno provvisorio». Acquistato da William John Bankes nel 1849, mentre questi era in esilio a Venezia, il dipinto risalirebbe fra il 1560 e il 1570 e sarà mostrato per la prima volta mercoledì proprio a Kingston Lacy. «Il processo di restauro ha evidenziato i tratti inconfondibili del Tintoretto – ha spiegato a "The Independent" la consulente d´arte Christine Sitwell – ma ha lasciato sconcertati per i contenuti che vi sono raffigurati».

A sorprendere gli esperti, il fatto che vi fossero rappresentate appena sette Muse (nella mitologia greca erano nove) e che vi sarebbero anche una figura identificabile con Ercole (grazie alla testa di leone e alla pelliccia sopra la testa) che regge una lancia nella mano destra e un arco con la sinistra e un personaggio dalle fattezze androgine, probabilmente un poeta, mentre ai piedi di Apollo comparirebbero una serie di oggetti inspiegabili, fra cui una coppa, un piatto e una scatola, tutti d´oro. «L´arco in mano ad Ercole è significativo – ha detto il dottor Paul Taylor, vice curatore del "Warburg Institute" – perché l´Ercole gallico è sinonimo di eloquenza e, quindi, questo lascia supporre che l´uomo incoronato sia uno scrittore o un oratore, mentre le donne che portano i fiori devono essere le Grazie. Anche il fatto che Apollo stia in piedi sugli oggetti in oro è interessante, perché potrebbe indicare il suo aver voltato le spalle alle cose materiali, per raggiungere la gloria». «È senz´altro un´opera di grande significato – ha concluso Alastair Laing, curatore dei dipinti e delle sculture del National Trust – perché Tiziano, Veronese e Tintoretto sono i tre grandi maestri della metà del XVI secolo. Avere un dipinto di Tintoretto in una casa inglese, anziché nella sua location originaria di Venezia o in un museo italiano, è un fatto davvero straordinario, ma ancor più straordinario è che non sappiano ancora per chi o per cosa il quadro sia stato dipinto e cosa rappresenti».