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4 Giugno 2010 PALEONTOLOGIA
aezio ilfattostorico.com
Una nuova specie: L´Homo gautengensis
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Le analisi di diversi frammenti fossili scoperti decenni fa nelle grotte di Sterkfontein, in Sud Africa, hanno portato all´identificazione di un´altra specie del genere Homo: l´Homo gautengensis.

La creatura sarebbe la più antica del genere Homo, utilizzava strumenti di pietra e forse anche il fuoco.

L´identificazione è basata su frammenti di tre crani, diverse mascelle, denti e altre ossa appartenuti in totale a circa 6 individui, ed è opera dell´antropologo Darren Curnoe, dell´Università del New South Wales in Australia, in collaborazione col paleoantropologo Phillip Tobias. Il loro studio verrà pubblicato su HOMO – Journal of Comparative Human Biology.

Inizialmente Curnoe e Tobias ritenevano che il teschio (immagino quello più completo, noto come Stw 53) fosse appartenuto a un Homo habilis, considerato oggi un diretto antenato dell´uomo nonché – forse – la più antica specie del genere Homo (secondo un´altra ipotesi questa sarebbe invece l´Homo rudolfensis).

Ma dopo 14 anni di esami e confronti con altri fossili, Curnoe è ora sicuro che si tratti di un fossile sufficientemente diverso dagli altri per giustificare la sua classificazione come specie a sé stante, la quale sarebbe peraltro più antica dell´Homo habilis.

L´Homo gautengensis abitò nell´Africa meriodionale dai 2 milioni ai 600000 anni fa. Era onnivoro, camminava in posizione eretta, era alto un metro e pesava circa 50 kg. In proporzione, rispetto agli uomini moderni, aveva braccia lunghe, un viso sporgente (un po´ come gli scimpanzé), denti più grandi e un cervello più piccolo ma comunque sufficiente per una rudimentale comunicazione verbale. I suoi denti molari e premolari erano relativamente grandi, suggerendo che la sua dieta includesse piante che richiedevano una certa masticazione.

Inoltre, "[anche se] gli strumenti di pietra che usava erano abbastanza primitivi, questi e l´uso del fuoco (ne sono state trovate tracce vicino ai fossili) mostrano che usava della tecnologia per ottenere e forse per preparare il cibo", aggiunge Curnoe. Di cosa si cibasse è una questione aperta. I segni da taglio trovati sul cranio Stw 53 suggeriscono infatti pratiche un po´ macabre: è possibile che l´individuo venne scarnificato, ma non si sa se per un rituale funebre o se per essere mangiato.

Curnoe non crede che l´Homo gautengensis diede origine all´Homo sapiens: appare troppo tardi per essere un nostro diretto antenato. Dice: "Sono stati trovati degli hominini di corporatura grande come l´Homo erectus (i quali sono probabilmente nostri antenati) datati allo stesso periodo di alcuni Homo gautengensis". Ciò suggerisce che il predecessore dell´Homo erectus non poté essere l´Homo gautengensis poiché nacque prima.

Esistono inoltre dei fossili umani rinvenuti nell´Africa orientale che sono 300000 anni più antichi di quelli dell´Homo gautengensis e devono essere ancora classificati.

Nelle stesse grotte di Sterkfontein erano stati trovati dei resti di due lontani parenti: l´Australopithecus robustus e l´Australopithecus africanus.

In ogni caso, la storia dell´evoluzione umana diventa sempre più ricca e complessa. Nel mese scorso era stata annunciata la scoperta di una nuova specie di ominide: l´Australopithecus sediba.

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