Montreal - L'Ultima Cena - continuamente studiata ed esaminata, uno dei dipinti più famosi del mondo - rivela ancora nuovi segreti. I ricercatori Olivier Bauer, Nancy Labonté, Jonas Saint-Martin e Sébastien Fillion dell'Université de Montréal, Facoltà di Teologia, hanno trovato un nuovo significato al cibo rappresentato nella celebre opera d'arte di Leonardo da Vinci.
"Ci siamo chiesti perché Leonardo avesse scelto quei cibi particolari, che non corrispondono a quanto descritto dagli Evangelisti", spiega Bauer. "Perché il pane, il pesce, il sale, agrumi e vino? Perché la saliera rovesciata di fronte a Giuda? Perché il pane lievitato?"
I quattro ricercatori non accreditano le ipotesi inverosimili introdotte da Dan Brown nel suo libro best-seller, Il Codice da Vinci, ma sono d'accordo che l'artista abbia incluso simboli e commenti propri nella sua rappresentazione. Ha volutamente tentato di confondere e ingannare l'osservatore con simboli contraddittori e ambigui.
Per esempio, una saliera caduta è tradizionalmente un segno di sfortuna. I ricercatori si chiedono se, invece di indicare la cattiveria di Giuda, la saliera caduta non possa invece suggerire la sua riabilitazione. Avrebbe potuto essere scelto per giocare il ruolo del traditore. E perché è lui l'unico con un piatto vuoto? Si potrebbe dire che è pieno e malizioso o che lui è l'unico che non si lascia ingannare?
Il pesce è stato anche il tema di numerosi studi. Si tratta chiaramente di un richiamo al fatto che Gesù trascorse parte della sua vita intorno al lago di Tiberiade, e che scelse i suoi apostoli tra i pescatori locali. Ma non è chiaro se il pesce raffigurato sia aringa o anguilla. Alcuni sostengono che Leonardo sia stato volutamente ambiguo sulle specie di pesci. La parola italiana aringa somiglia ad arringa, che significa indottrinamento. E le aringhe nel nord Italia si chiamano renga, che significa colui che nega la religione (rinnegato).
Il dipinto continua ad affascinare e intrigare. Il suo restauro, che ha avuto luogo tra il 1979 e il 1999, ha portato alla luce nuovi dettagli che insieme con le nuove tecnologie hanno stimolato una nuova ondata di ricerca e di nuove interpretazioni di una delle opere più famose del mondo.
Sylvain-jacques.desjardins@umontreal.ca
Università di Montreal
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