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13 Aprile 2010 ARCHEOLOGIA
MICHELA BOMPANI Repubblica.it
Folco Quilici: "A Brignole si riscrive la storia dell´intero Mediterraneo"
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«È UNA scoperta di portata mondiale»: Folco Quilici, scrittore, documentarista, fotografo, usa poche efficaci parole - e le fa seguire da un lungo silenzio - per commentare la sensazionale scoperta degli archeologi della soprintendenza ligure. Trent´anni di scavi destinati a riscrivere la storia dell´intero Mediterraneo, e non solo.

Il torrente, all´epoca un fiume, era approdo naturale per le barche. Gli archeologi della Soprintendenza ligure riscrivono la preistoria: il primo nucleo della Superba fu alla Foce

Genova è nata sulla sponda destra del Bisagno: era un porto fluviale. È la clamorosa scoperta degli archeologi della Soprintendenza della Liguria, che dopo trent´anni di scavi stanno riscrivendo la storia (e la preistoria) della città: il nucleo più antico di Genova non è quello organizzato tra San Silvestro e la collina di Castello, ma nella zona tra piazza della Vittoria e piazza Brignole.

«Queste scoperte non solo rivoluzionano radicalmente le nostre conoscenze sull´archeologia a Genova, ma gli stessi capisaldi della storia più antica», dice Filippo Maria Gambari, soprintendente ai Beni archeologici della Liguria. E così si svela la vera origine, e il significato, finora mai spiegato con certezza, del nome "Genova".

«È la contaminazione etrusca di un nome più antico, celtico-ligure, Ghenaua - spiega Gambari - omologo a Ginevra, che significava "bocca", "imboccatura": perché la città è nata alla foce, o bocca, del Bisagno. La marineria antica aveva bisogno di tirare in secco le barche, per questo è importante il porto fluviale, così come lo erano fin dalla preistoria Pisa e Roma.

«La foce del Bisagno era ritratta rispetto alla linea di costa di oggi e, in piazza della Vittoria, si allargava in un´ansa - racconta Piera Melli, archeologo della Soprintendenza che ha presentato la scoperta, con il collega Marco Firpo, a un convegno internazionale - quello che noi chiamiamo "porto antico" era battuto dal Libeccio che non lasciava scampo alle navi dell´epoca, mentre le imbarcazioni trovavano un sicuro riparo inoltrandosi tra la collina di Carignano e quella di Albaro e accostando nell´ansa, alla foce del fiume». Ecco spiegato il ritrovamento di una palafitta, risalente al periodo tra il 4790 e il 4460 a. C., proprio in piazza della Vittoria. «Ecco spiegato il muro lungo dieci metri e largo due che risale all´antica età del Bronzo in piazza Brignole: il muro a secco più antico scoperto in Liguria - aggiunge Gambari - era il muro di contenimento di una strada. Un´opera collegata a un grosso villaggio, con i primi indizi risalenti al neolitico, ma stabilizzatosi nell´antica età del Bronzo: si estende sotto i binari della ferrovia. Ci chiedevamo perché fosse nato un centro così importante dalla parte opposta della città. Poi abbiamo capito: qui è nata Genova».

Gli indizi si sono accumulati nel tempo, ma è solo con l´organizzazione della mostra Archeologia metropolitana, ancora in corso al museo archeologico di Pegli, che la scoperta è emersa. Grazie alle campagne archeologiche condotte durante i lavori di scavo in città: dalla costruzione del parcheggio di piazza della Vittoria, alle perforazioni per la metropolitana.

Anche la necropoli principesca della prima età del Ferro, con la tomba gentilizia a tumulo, scoperta all´Acquasola, acquista nuova luce: «Il sepolcreto era collegato al villaggio e all´approdo sul Bisagno», suggerisce Melli. Ma fino a quando funzionò il porto "antichissimo" sul Bisagno? «Dalla preistoria all´alto Medioevo - indica Melli - probabilmente sovrapponendosi, per un certo tempo, alla nascita del porto "classico" di Genova».