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30 Marzo 2010 ARCHEOLOGIA
aezio ilfattostorico.com
Le mummie del bacino del Tarim
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Nel mezzo di un terrificante deserto a nord del Tibet, nel 1934 l´archeologo svedese Folke Bergman scoprì uno straordinario cimitero. Dimenticato poi per 66 anni, venne ritrovato col GPS dagli archeologi cinesi, che vi scavarono dal 2003 al 2005.

Nei cinque livelli di sepolture vennero dissotterrati quasi 200 pali di 4 metri di altezza l´uno.

Ai piedi dei pali c´erano proprio delle barche, posizionate capovolte e coperte con pelle di vacca, contenenti dei corpi ancora vestiti e oggetti quali ceste di fili d´erba intrecciati, maschere e fasci d´ephedra.

Inoltre nelle bare delle donne erano presenti uno o più falli di legno a grandezza naturale (è peraltro possibile che gli stessi pali fossero giganteschi simboli fallici). Le barche degli uomini, invece, erano a forma di vulva.

I corpi più antichi risalgono a ben 3980 anni fa, ma grazie al clima secco della regione si sono preservati bene fino a oggi.

Sebbene il cimitero si trovi nella regione autonoma dello Xinjiang (Cina), le persone avevano caratteristiche europee quali capelli castani e nasi lunghi.

Il cimitero, noto come Small River Cemetery No. 5, giace vicino al letto di un fiume essiccato, nel bacino del Tarim – una regione circondata da catene montuose così inospitale da essere evitata anche dai successivi viaggiatori sulla Via della seta.

L´antica popolazione di questi luoghi non ha un nome: le loro identità e origini sono ancora sconosciute. In questi anni stanno però emergendo nuovi indizi al riguardo; persino sulla loro lingua.

Alcune delle circa 200 mummie scoperte sono state analizzate da un team cinese condotto dai genetisti Hui Zhou, della Jilin University, e Li Jin, della Fudan University.

Lo studio, pubblicato sul BMC Biology (qui), riporta che il cromosoma Y delle mummie analizzate è oggi diffuso soprattutto nell´Europa orientale, in Asia centrale e in Siberia, ma solo raramente in Cina. Il DNA mitocondriale indica invece una provenienza dalla Siberia o dall´Europa.

Conclusione: le popolazioni di Europa e Siberia probabilmente si imparentarono prima di entrare nel bacino del Tarim circa 4000 anni fa.

Dato che non ci sono insediamenti vicino al cimitero, le persone probabilmente vivevano altrove e raggiungevano questo luogo con le barche.

Il bacino del Tarim era già piuttosto secco quando vi arrivarono questi individui 4000 anni fa. L´essicazione completa si ebbe solo intorno al 400 d.C.; non a caso, oggetti trovati nelle bare, come cappelli di feltro e ceste di fili d´erba intrecciati, erano comuni nella regione fino a 2000 anni fa.

Considerando poi che esiste, secondo il prof. Victor H. Mair dell´Università della Pennsylvania, "una chiara continuità di cultura" nella regione prima e dopo il 400 d.C., è possibile che quegli individui parlassero la lingua tocaria, utilizzata in quella zona dal 500 al 900 d.C.

Al Bowers Museum di Santa Ana (California), dal 27 marzo saranno in mostra – per la prima volta fuori dall´Asia – alcune delle mummie del bacino di Tarim.