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11 Marzo 2010 ARCHEOLOGIA
Franca Giansoldati Il Messaggero
Restaurate le mummie vaticane, il dna di Ni-Maat-Ra ci dirà come viveva
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CITTA´ DEL VATICANO - Grazie a Papa Ratzinger le mummie egizie conservate nei Musei Vaticani sono state rimesse a nuovo. Il Vatican Mummy Project, un grande progetto scientifico avviato nel 2006 per studiare e stabilizzare dai danni del tempo la collezione di mummie - sette individui adulti e due bambini - è ormai arrivata alle battute finali. L´Osservatore Romano spiega che il compito di studiare il Dna delle mummie ed individuare eventuali malattie è stato affidato ad Albert Zink, uno dei più autorevoli esperti mondiali. La prima mummia a essere indagata, è Ni-Maat-Ra, una donna vissuta nel secondo secolo avanti Cristo.

Gli esperti raccontano che si presentava in evidente stato di deterioramento a causa di un processo di imbalsamazione non accurato. L´esame al radiocarbonio ha permesso di conoscere meglio questa donna ritrovata nell´area dell´oasi del Fayyum. Il suo nome si ritrova dipinto sul papiro policromo che ricopre il corpo. Una maschera tridimensionale all´interno della quale è stata ritrovata ancora posizionata una ghirlanda di fiori e boccioli.

Il restauro di Ni-Maat-Ra ha comportato due operazioni: il capovolgimento della mummia in posizione supina per permettere di rimettere la schiena, l´assemblaggio e il riposizionamento di una grande porzione della colonna vertebrale per evitare il collassamento del torace.

Ancora in corso, invece, lo studio antropologico e le indagini del Dna. Il Vatican Mummy Project si avvale della collaborazione del Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione e il Restauro dei Musei Vaticani, diretto da Ulderico Santamaria.