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24 Dicembre 2009 ARCHEOLOGIA
PAOLO PONTONIERE Repubblica.it
Quel computer dell'Ottocento al museo di Mountain View
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SAN FRANCISCO - L'antesignano del personal computer? Si chiama Difference Engine, è alto quasi tre metri, pesa 5 tonnellate, composto com'è da oltre ottomila pezzi di ferro, acciaio e bronzo. Lo si può ammirare al Computer History Museum di Mountain View, la cittadina della Silicon Valley resa famosa dalla presenza di Google.

Quando si parla dell'invenzione del computer moderno molti indicano Konrad Zuse, l'ingegnere berlinese che nel 1941, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, costruì lo Z3, la prima macchina a controllo numerico funzionante nella storia dell'umanità. Altri parlano di Alan Turing, criptografo e matematico britannico e altri ancora di John Von Neumann, matematico austro-ungarico naturalizzato statunitense.

Pochi sanno però che gran parte dell'impianto concettuale e delle computazioni che porteranno più tardi alla fabbricazione dello Z3 e infine anche dei computer per come li conosciamo adesso, si basano su teorie enucleate verso la metà dell'Ottocento dal brillante matematico britannico Charles Babbage.

Ritenuto un genio dai suoi contemporanei, Babbage è il creatore di una delle macchine mitiche della storia della scienza: il Difference Engine per l'appunto. Una macchina che sebbene non fosse stata mai prodotta veniva considerata la progenitrice del personal computer attuale.

Oltre ad essere ritenuto un genio, Babbage aveva però anche fama di gran sognatore e di non avere dimestichezza con gli aspetti amministrativi e gestionali dei suoi progetti. A venirgli in aiuto sarà, per somma ironia, Ada Lovelace figlia di Lord Byron, il famoso poeta romantico inglese e sostenitore dei luddisti alla Camera dei Lord.

La Lovelace, che oggi viene considerata la madrina della programmazione elettronica (il linguaggio ADA porta infatti il suo nome), in verità era in grado di prevedere le applicazioni future delle scoperte di Babbage molto meglio di quanto facesse lo scienziato stesso. Diventata sua amica, lo aiutò non solo a mettere a punto i piani per la costruzione del Difference Engine ma lo convinse anche a creare un archivio dei suoi scritti e dei suoi progetti per il beneficio dei posteri. La Lovelace era infatti convinta che, oltre a valori di carattere matematico, con le stringhe numeriche si potessero rappresentare anche lettere, suoni e immagini. Cose alle quali oggi siamo tutti abituati ma che all'epoca per essere semplicemente immaginate richiedevano una vera e propria rivoluzione del pensiero.

Che Babbage fosse in anticipo sui suoi tempi ne erano convinti anche i suoi sostenitori. Sebbene in pubblico lo appoggiassero, in privato e nelle loro lettere confessavano di nutrire seri dubbi sulla funzionalità delle sue macchine e addirittura sulla loro capacità di comprendere il suo pensiero. "Era talmente all'avanguardia che molti dei suoi contemporanei si opponevano a quello che stava cercando di realizzare per il semplice fatto che non riuscivano a capire quale fosse il suo obbiettivo", spiega Tim Robinson, un docente del Computer History Museum di Mountain View, che possiede una delle due uniche copie funzionanti esistenti. La seconda si trova allo Science Museum di Londra.

Il sostegno dei suoi fan, anche se dubbioso, della figlia di Byron servì a convincere la corona inglese a finanziare la costruzione del "Motore di Babbage", così era stato soprannominato all'epoca il computer inventato dal matematico britannico. Una volta completato, Babbage prevedeva poi di costruirne uno analitico, l'Analytical Engine, che avrebbe funzionato utilizzando schede perforate e lettori ottici molto simili a quelli utilizzati dagli Univac negli anni Settanta.

Quel computer dell'Ottocento al museo di Mountain View

Purtroppo dopo dieci anni di tentativi infruttuosi Babbage abbandonò l'impresa. Alcuni storici sostengono adesso che lo fece perché non esistevano ancora i materiali e le tecnologie in grado di rendere possibile la costruzione della macchina di Babbage; altri invece individuano la responsabilità del fallimento nel rifiuto del governo inglese di continuare coi finanziamenti. Fatto sta che, grazie alle insistenze della Lovelace, Babbage prima della sua morte mise i suoi piani per la costruzione della sua macchina nero su bianco e li affidò ai posteri.

Un centinaio di anni dopo entrano in ballo Doron Swade e Nathan Myhrvold. Il primo è l'ex curatore dello Science Museum, il secondo è l'ex Chief Technology Officer della Microsoft. I due, verso la fine degli Ottanta, decidono di dare corpo ai sogni del matematico britannico e dopo ben 17 anni di lavoro il Difference Engine vede la luce. "Non cessa mai di divertirmi lo sguardo di stupore del pubblico ogni volta che comincio a far muovere i suoi meccanismi", racconta Robinson. Azionato manualmente, un po' come si faceva con le automobili d'inizio Novecento, il computer di Babbage oltre a sembrare una scultura futurista ha anche il pregio di essere estremamente esatto. "Peccato che non lo avesse finito", osserva Robinson, "se ci fosse riuscito sarebbe passato all'Analytical Engine e quello avrebbe dato il via ad un'era digitale di stampo vittoriano".

Il Difference Engine, naturalmente, è stato costruito solo con i materiali e le tecniche disponibili all'epoca in cui visse il suo inventore. Resterà in esposizione al Computer History Museun fino alla fine del 2010, dopo di che passerà nella collezione privata di Myhrvold.

TAG: Computer, Musei