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23 Settembre 2009 SCIENZA
MATTEO FINCO Repubblica.it
Nanotomo, il superscanner 3D che fa guardare negli oggettiL'Università di Nottingham lo utilizzerà per studiare le interazioni microscopiche tra la crescita delle radici delle piante e la struttura del suolo, ma le applicazioni potrebbero essere tantissim
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Si chiama Nanotomo e promette di rappresentare un decisivo passo in avanti nella ricerca scientifica. E in più settori: ingegneria, medicina veterinaria e sanità in genere, agraria, scienze ambientali ma anche archeologia. D'altronde uno strumento che permette di vedere dentro gli oggetti in maniera non invasiva aprirebbe molte strade nella ricerca scientifica. Si tratta del Nanotom, un superscanner a raggi X di ultimissima generazione, che consente di realizzare fotografie tridimensionali ad alta risoluzione della struttura interna degli oggetti, mostrandone anche i particolari microscopici.

Applicazioni - Il 'superscanner', fornito dall'azienda GE Sensing Inspection Technologies, può essere utilizzato per l'analisi di solidi di vario tipo: suoli e sedimenti, pezzi di marciapiede, reperti archeologici, ma anche cibi. Si presta insomma a utilizzi multidisciplinari. Potrebbe così diffondersi in vari settori della sanità e nella ricerca e nell'industria in materia di test non distruttivi (NDT) e non distruttivi di valutazione (NDE) dei solidi, nelle misurazioni dimensionali e nei test per la localizzazione e l'analisi dei difetti di composizione. La nuova macchina è in grado di produrre immagini 3D con una risoluzione in pixel che arriva fino a 500 nanometri (ovvero mezzo milionesimo di metro).

La ricerca - Il Nanotom sarà utilizzato dall'Università di Nottingham in una ricerca che punta a comprendere le interazioni microscopiche tra la crescita delle radici delle piante e la struttura del suolo. La prima parte del lavoro prevede di usarlo per esaminare la crescita delle radici, esaminando la loro abilità di svilupparsi nel suolo nella direzione migliore per la salute della pianta. Si potrebbe così fornire la prova che le radici reagiscono e si adattano al terreno e ai suoi cambiamenti (che dipendono da fattori come la siccità e la compattazione), attraverso la regolazione delle informazioni genetiche nella punta delle radici. Il superscanner, così almeno si spera, permetterà ai ricercatori di seguire i progressi della crescita delle radici e dello sviluppo strutturale del suolo, e di farlo per la prima volta senza disturbare l'esemplare in esame e senza condizionarne la crescita.

Spiega Sacha Mooney del dipartimento di agraria e scienze ambientali dell'università inglese: "Il Nanotom rivoluzionerà completamente il nostro lavoro nello studio del terreno e delle sue interazioni con le piante. Ora potremo guardare dentro queste fragili strutture per scoprire come le radici delle piante reagiscono e si adattano a terreni sfruttati in modo intensivo".

Inizialmente almeno otto dipartimenti dell'istituto avranno in dotazione il Nanotom. Spiega il professor Bob Webb, prorettore alla ricerca: "Come istituto siamo orgogliosi di investire in questa tecnologia d'avanguardia. Che consentirà di fare ricerca in maniera più veloce e più accurata in molti settori e non abbiamo alcun dubbio che potrà portare a risultati concreti in progetti essenziali come la produzione alimentare globale".

Prospettive - L'ideale obiettivo finale della ricerca è infatti quello di contribuire nello sforzo globale della ricerca di un modello di produzione alimentare sostenibile attraverso il miglioramento e la conservazione delle risorse vitali - e finite - del pianeta. L'esame preciso della struttura del suolo è essenziale anche per il mutamento e il progresso delle pratiche agricole, per permettere la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, che viene rilasciata in atmosfera durante la tradizionale aratura del terreno agricolo.