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10 Settembre 2009 STORIA
Marco Gasperetti Corriere della Sera
In una grotta delle Apuane si riscrive la storia della fine della glaciazione
tempo di lettura previsto 2 min. circa

PISA – In quella grotta carsica, la più grande d´Italia, che si estende come un anfratto sterminato tra le profondità delle Apuane e dall´esterno domina il mare della Versilia, si nascondono i segreti della glaciazione. Un gruppo di ricerca internazionale, coordinato dall´Università di Pisa, li ha scoperti e per la prima volta ha dimostrato che la fine dell´Era glaciale non iniziò come si pensava fino ad oggi dall´emisfero Nord, ma da quello Sud. Una scoperta eccezionale, che sarà pubblicata la prossima settimana dalla rivista scientifica Science e che, secondo gli esperti, può cambiare non solo la storia della paleoclimatologia, ma anche il metodo delle predizioni climatiche con l´elaborazione di modelli più accurati e definitivi. La scoperta è stata possibile grazie allo studio delle stalagmiti della grotta.

GLI ESITI - «La base di queste concrezioni – spiega Giovanni Zanchetta, il ricercatore pisano a capo del team - contiene il registro completo delle variazioni climatiche degli ultimi 800mila anni e il suo studio ha permesso di ricostruire e datare i più importanti eventi climatici degli ultimi millenni, fissando con esattezza l´inizio dell´ultima glaciazione a 112 mila anni fa, per esempio. Adesso, le analisi, ci dicono che la penultima glaciazione terminò intorno a 140 mila anni fa, molto prima di quanto fino ad ora si era ipotizzato, e il riscaldamento del Pianeta iniziò dall´emisfero Sud». I ricercatori studiano gli isotopi del carbonio e dell´ossigeno conservati appunto nelle stalagmiti.

STALAGMITI - «Insieme ai sedimenti lacustri e marini – spiega Zanchetta - questi archivi ci consentono di ricavare informazioni su larga scala e ricostruire la variabilità climatica a lungo termine». Insomma, è un po´ come leggere dal passato il futuro. Una sorta di "eterno ritorno" naturale che, ciclicamente, potrebbe manifestarsi. «E dunque le oscillazioni climatiche del passato – continua il ricercatore dell´ateneo pisano – ci aiutano a comprendere l´evoluzione futura. La variazione climatica è una costante del nostro pianeta, non un´eccezione. Gli ultimi 10 mila anni sono stati caratterizzati da numerosi cambiamenti e l´area mediterranea ha subito evoluzioni che ci possono dare indicazioni utili su come muterà il clima a livello mondiale». Ai dati "naturali" vanno poi aggiunte le variazioni antropiche, ovvero l´intervento dell´uomo sulla natura. L´Effetto Serra, per esempio, è un fenomeno accentuato dall´inquinamento, così come le variazioni sul clima sono esasperate da disboscamenti dissennati e in generale da un uso improprio del suolo e dell´acqua. Eppure anche su questo gli scienziati si dividono. C´è chi sostiene, per esempio, che l´immissione nell´atmosfera di grandi quantità di CO2 da parte dell´uomo, abbia di fatto ritardato l´avvento di una nuova era glaciale. Dunque dai segreti dell´Antro del Corchia si avrà un quadro più esatto di teorie e si guarderà con maggiore chiarezza verso il futuro della Terra. Il progetto Antro del Corchia è nato grazie alla sensibilità dell´Università di Pisa e anche al contributo della Federazione speleologica toscana. Nessun finanziamento, purtroppo, è arrivato a livello governativo.

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