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10 Agosto 2009 ARCHEOLOGIA
Jo Marchant New Scientist
Una matita gigante segue i ritrovamenti archeologici velocemente
tempo di lettura previsto 2 min. circa

Occorre registrare la posizione esatta di ogni oggetto dissotterrato da uno scavo archeologico. Un dispositivo che usa la tecnologia originale sviluppata per guidare i robot potrebbe accelerare il processo.

Gran Dolina in Spagna centrale è un sito paleolitico che contiene i resti importanti di ominidi che datano fra 780.000 e 300.000 anni fa. Migliaia di fossili sono scoperti là ogni anno, ma registrarli tutti a mano è un'operazione frustrante e lenta. Così gli archeologi che lavorano al sito hanno preso contatti con Angélica de Antonio Jiménez e con Fernando Seco dell'Istituto di automazione industriale di Madrid, per vedere se potessero fornire un modo migliore.

Antonio Jiménez e Seco stavano lavorando ad un sistema ad ultrasuoni per aiutare i ciechi ed i robot a camminare, in cui un trasmettitore mobile trasmette i segnali ad una rete di nodi fissi. Il tempo affinchè il segnale arrivi ad ogni nodo determina la posizione precisa del trasmettitore. Per adattare il sistema ai siti archeologici, Antonio Jiménez ha sviluppato un puntatore lungo 2 metri, come una grande matita, per fungere da trasmettitore. Per evitare che il corpo degli utenti blocchi i segnali, ha due trasmettitori, uno alla parte superiore ed un altro 70 centimetri sotto esso.

Quando un ricercatore trova un oggetto, ne segue il profilo con l'indicatore, trasmettendo i dati tramite ultrasuoni ad una rete di nodi disposta sopra il sito.

Il software allora ricostruisce non solo la posizione dell'oggetto, ma anche il relativo formato, figura ed orientamento, con un'esattezza di circa 5 millimetri (Journal of Archaeological Science, DOI: 10.1016/j.jas.2009.06.027).

Mentre alcuni hanno trovato gli indicatori del prototipo poco maneggevoli, "i giovani sul luogo sono pronti a operare con esso„, dice Seco. Antonio Jiménez è sicuro che il sistema contribuirà ad accelerare il passo delle scoperte.

John McNabb del Centro per l'archeologia delle origini umane a Southampton, Regno Unito, dice che questa tecnologia deve ancora essere provata in una gamma delle situazioni, ma accossente che potrebbe accelerare l'archeologia. È impressionato specialmente dalla capacità di registrare l'orientamento degli oggetti nella terra, e permette che i ricercatori determinino rapidamente se gli strati dei sedimenti che contengono gli oggetti siano stati disturbati col passare del tempo.