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16 Aprile 2009 ARCHEOLOGIA
Media-Newswire
Immagini digitali rivelano i segreti dei dipinti romani
tempo di lettura previsto 2 min. circa

La statua delicatamente dipinta, che è stata scoperta nelle rovine antiche di Ercolano nel 2006 ed è stata ritenuta quella di una guerriera Amazzone, ora è l'argomento del progetto congiunto di restauro promosso dall'università di Southampton, dall'università di Warwick e dal progetto di conservazione di Ercolano.

Si usano immagini digitali altamente sofisticate per la registrazione, l'analisi successiva ed il restauro del materiale storico-archeologico. Esperti di archeologia e di informatica diretti dal Dott. Graeme Earl del gruppo di ricerca di calcolo archeologico della scuola di studi umanistici, usano una nuova forma di fotografia - Polynomial Texture Mapping (PTM), sviluppata dai laboratori dell'HP - per fornire un'annotazione dettagliata della struttura e del colore delle superfici dipinte.

Un sistema speciale appositamente progettato, con macchina fotografica e un software associato, sono stati sviluppati nella scuola di elettronica e d'informatica dal Dott. Kirk Martinez e la sua squadra nell'officina meccanica per permettere l'aquisizione molto veloce dei dati di PTM, a seconda delle diverse dimensioni del campione. L'impianto utilizza un treppiedi leggero che funziona a batteria, il che lo rende abbastanza adattabile da usare sui luoghi archeologici. L'intero corredo è altamente portatile e può essere trasportato dentro una valigia. 'Era affascinante estrarre e combinare i vari elementi dai miei progetti di ricerca di formazione immagine per risolvere tutte le esigenze per il progetto del nuovo macchinario', ha detto Kirk Martinez.

La testa della guerriera Amazzone è stata scoperta nel 2006 nelle rovine antiche di Ercolano, una città vicino a Pompeii, sepolta nell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. La delicata pittura dei lineamenti e il buono stato di conservazione l'hanno fatta considerare come una scoperta limite dagli archeologi, perché può fornire importanti indizi sulla decorazione delle statue romane, su cui precedentemente si potevano soltanto azzardare ipotesi.

Il progetto digitale di ripristino è un'iniziativa dell'istituto di studi umanistici di Packard, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei e la scuola britannica a Roma.

`Il nostro lavoro a Southampton colma la lacuna fra l'informatica e l'archeologia nel portare il meglio che i colleghi in ingegneria, elettronica ed informatica devono offrire ai manufatti unici ereditati dal nostro passato', ha detto il Dott. Earl.

La serie di immagini che derivano dal processo di esame è usata per produrre un singolo file di PTM tramite il software del computer HP dei laboratori PTM. Il visore di PTM permette ad una sorgente luminosa virtuale di essere spostata attraverso la scena virtuale. Il visore può anche variare l'intensità della luce della luce, aggiunge le luci virtuali supplementari, deriva i modelli di superficie ed assolve le mansioni di elaborazione di immagini quale rilevazione di bordo.

Per ulteriori informazioni potete mettervi in contatto con Joyce Lewis, tel.023 8059 5453