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30 Gennaio 2001 ARCHEOLOGIA
The Christian Science Monitor
L´Egitto si accinge a sgomberare le case vicine alle tombe dei faraoni.
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Le autorità Egiziane sono impegnate nel tentativo di far sgombrare una tribù di circa 10000 beduini, insediatasi in case e rifugi, sopra le rovine sepolcrali del faraone Ramesse II e dei membri della sua famiglia.

La condizione dei Quranwi (questo il nome della popolazione stanziata sul territorio) evidenzia un dilemma internazionale di gravità crescente: come può l´uomo moderno bilanciare i diritti degli abitanti di luoghi culturalmente rilevanti, con l´interesse del mondo alla preservazione degli stessi luoghi per le generazioni a venire? Dalle classi medie dei sobborghi del Nord America, stabilitesi su suoli cimiteriali sacri ai nativi americani, fino ai Beduini che vivono sopra la tomba della regina Nefertiti, i problemi non variano di molto, sostengono archeologi e attivisti per i diritti civili.

"La nostra priorità deve essere quella di preservare i tesori sotto terra, ma allo stesso tempo, rispettare i cittadini che vivono sopra di essi" dice l´archeologo ed egittologo americano Kent Weeks.

Il governo Egiziano, nella sua campagna per sgomberare le colline, accusa le tribù di ricercare abusivamente tesori nascosti, prendere d´assalto i turisti, e scaricare rifiuti nelle tombe.

Gli uomini delle tribù, che usarono scalpelli di pietra e coltelli da cucina per collaborare con le forze armate contro una banda di terroristi islamici, dopo il brutale massacro di 58 turisti stranieri nel 1997, si appellano invece alla comunità internazionale per salvare le loro case. Negano gli addebiti e accusano la polizia locale di metodi brutali, come l´uso di bulldozer per demolire le loro case nelle prime ore del mattino.

"L´Egitto sta operando d´accordo con la comunità internazionale per preservare questi siti", dice Ahmed Nouby, un ufficiale governativo che coordina gli sforzi per persuadere i Qurnawi ad allontanarsi pacificamente. "Loro dicono di avere ereditato la terra dai loro antenati, ma i loro antenati hanno occupato abusivamente una proprietà pubblica!".

Mr. Noubi ha pregato i Qurnawi di aiutare il governo nella battaglia contro il terrorismo islamico nel 1997. E anche lui ha personalmente protestato contro le brutalità del governo, due anni fa, quando ha visto un poliziotto locale puntare il fucile contro quattro Qurnawi disarmati in una disputa per i diritti d´abitazione. Nonostante ciò, anch´egli conviene che lo spostamento del villaggio due miglia a Nord della Valle sia "per il loro stesso bene".

Il Governo egiziano ha già costruito un villaggio moderno, una nuova moschea, ed un bazar turistico, lontano dalle rive del Nilo, dove si è verificato non esservi tombe faraoniche o altre rovine a carattere archeologico. Nouby rileva che, a dispetto dell´ostinazione dei capi più anziani dei Quranwi, 48 famiglie hanno già firmato il contratto ed accettato il trasferimento.

Un portavoce dei Qurnawi, Mohamed Abdel Salam Ahamed, ha difeso il diritto della sua tribù di vivere e lavorare sulle colline. "Siamo i guardiani di queste tombe, e la prova è che siamo stati noi a scacciare i terroristi che aggredirono i turisti stranieri nel 1997". Ha detto Mr.Ahamed. "Cosa avrebbe fatto la Polizia senza di noi? Ora ci dicono che siamo inutili e che ce ne dobbiamo andare".

Ahamed, il cui nonno lavorava come operaio con la spedizione dell´egittologo inglese Howard Carter, quando fu portata alla luce la tomba di Tutankhamon, nel 1922, guarda accigliato le colline con le rovine del tempio di Ramses e sospira "Abbiamo ogni ragione per difendere queste tombe dal momento che sono anche le nostre case."