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25 Marzo 2009 SCIENZA
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ARCHEOLOGIA: RICREATI A VITERBO QUATTRO PROFUMI PREISTORICI
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Si chiamano come le dee dell'Olimpo: Hera, Athena, Artemide e Afrodite, i quattro profumi preistorici, composti da olio d'oliva, acqua, pino e coriandolo, mescolati ad alloro e bergamotto, prezzemolo, mandorla amara e menta. Si possono annusare in appositi recipienti alla mostra che si apre il 2 APRILE alla Rocca Albornoz di Viterbo, sede del Museo Archeologico Nazionale Etrusco, dove saranno esposte le tecnologie preistoriche rinvenute nel sito di Pyrgos/Mavroraki a Cipro dalla missione del CNR, finanziata dal Ministero degli Affari Esteri, ricostruite attraverso le metodologie del Centro di Archeologia Sperimentale Antiquitates di Blera. Lo scavo di Pyrgos/Mavroraki sta portando alla luce una vasta area industriale connessa probabilmente ad ambienti palaziali, che occupa un'area di 4.000 metri quadri. L'intero complesso risalente alla meta' del terzo millennio a.C. fu distrutto da un violento terremoto nel 1850 a.C.circa. La peculiarita' dell'area industriale e' quella di essere articolata intorno ad un grande frantoio dove si produceva l'olio d'oliva, che veniva usato per tutti i processi di produzione: serviva da carburante per la fusione dei metalli, come base per la fabbricazione dei profumi e come fluidificante per la filatura delle fibre e la tessitura delle stoffe. Tutto cio' e' ora a portata di mano e di olfatto. Ne parla con legittima soddisfazione Angelo Bartoli, Direttore del Centro di Archeologia Sperimentale Antiquitates di Blera: "Partendo dai reperti (alambicchi, mortai, imbuti, recipienti vari, pesi da telaio ed utensili di pietra), con l'ausilio delle analisi chimiche e fisiche effettuate da Alessandro Lentini, Marco Ferretti e Daniela Ferro, ricercatori del CNR di Roma, siamo riusciti a ricomporre il ciclo produttivo dei profumi, del rame e di leghe metalliche oltre alle diverse fasi di filatura tessitura e tintura delle stoffe. Si tratta, in tutti e tre i casi - prosegue Bartoli - dei cicli di produzione che resero famosa l'isola di Afrodite nell'antichita': patria della Cipria, il cosmetico piu' antico del mondo, della famiglia dei profumi Chypre identificata da Francois Coty nel 1917, dei tessuti preziosi citati in diversi passi della Bibbia ed esportati fino al tardo Rinascimento dai Mercanti di Venezia e del rame, ricchezza primaria dell'isola fin dalla preistoria".

L'importanza della mostra di Viterbo risiede dunque nel fatto che per la prima volta le "ipotesi" degli archeologi hanno potuto trovare conferma nelle prove di archeologia sperimentale che uniscono il passato con il presente e rendono il passato piu' vicino e comprensibile a tutti. Il percorso della mostra, che si aprira' a Viterbo il 2 aprile, parte dalla tecnica di produzione e conservazione dell'olio d'oliva per proseguire nelle tre tematiche principali. L'olio: la ricostruzione della pressa per la spremitura delle olive e i contenitori (pithoi) cosi' come ritrovati sullo scavo, fulcro di tutte le attivita'. I profumi: le tecniche di estrazione per macerazione a caldo nell'olio d'oliva e per distillazione con alamibicchi di terracotta, attualmente i piu' antichi rinvenuti in situ. Il corredo vascolare, completo dei primi imbuti del mondo, comprende anche alcuni degli utensili di pietra utilizzati nel processo di lavorazione. I tessili: la tecnica di lavorazione dei tessuti e' ricostituita in tutto il suo iter, dalla macerazione delle fibre vegetali, alla cardatura di quelle animali, proseguendo per la filatura e tintura delle fibre. La tessitura e' documentata dai numerosi e diversi pesi da telaio rinvenuti anche in cottura e dal grande telaio ritrovato nella sala piu' grande del palazzo. La ricchezza delle stoffe e' testimoniata dalle decorazioni dei famosi idoli piatti del Bronzo Antico di Cipro (riprodotti per la mostra dalla restauratrice Lavinia de Strobel) che riportano i motivi tradizionali ancora oggi riprodotti nei costumi e nei ricami di tradizione dell'isola. La metallurgia: l'intero processo di lavorazione del rame, dall'estrazione dei minerali alla fusione del metallo puro e in lega, e' ricostruito fedelmente. L'abbondante materiale di scarto, gli utensili (incudini, martelli, asce, macine, pestelli) e la replica degli oggetti metallici (forme di fusione, asce, monili, aghi e coltelli) fanno da cornice ai forni ricostruiti fedelmente e sperimentati. La mostra e' curata dall'archeologa Maria Rosaria Belgiorno, direttrice dello scavo di Pyrgos/Mavroraki, da Angelo Bartoli, direttore del Centro Antiquitates di Blera e dagli archeologi, Concetta Cappelletti, Tiziana Mastracci, Claudia Fierro, Maria Adamo, Eliana Noviello.