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Gennaio 2003 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
Nuova scoperta ad Atapuerca
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Presso la città di Burgos, nel nord della Spagna, nel sito di Atapuerca, i paleontologi hanno rinvenuto una testa d'ascia, interrata in una camera sepolcrale, tra i resti di antiche ossa risalenti a 350.000 anni fa, che si ritiene appartenessero all'Homo Heidelbergensis. Il reperto, che si presenta come un pezzo di roccia color ocra e viola, delle dimensioni di una mano e dalla superficie leggermente ruvida, è stato battezzato 'Excalibur'.

Il direttore degli scavi di Atapuerca, il Dr. Juan Luis Arsuaga, in un articolo su 'El Pais', ha dichiarato che i gruppi di Homo Heidelbergensis, probabilmente, portarono i loro morti nella caverna, per poterli seppellire insieme. E' convinto che si sia trattato di una pratica collettiva. "Siamo gradualmente pervenuti alla conclusione che, benché possa sembrare incredibile, data l'età del sito, questo fosse un caso di comportamento simbolico, il primo di questo tipo nella storia dell'umanità."

Il gruppo di Atapuerca ha ritrovato nel sito, nel corso degli anni, alcuni importanti reperti, tra cui un cranio di 350.000 anni ed una prova del fatto che l'Homo Heidelbergensis fosse cannibale.

Qualora si potesse provare che 'Excalibur' fu deliberatamente introdotta nella sepoltura, si spingerebbe all'indietro nel tempo la nascita del pensiero consapevole e simbolico, comunemente ritenuto retaggio dell'Homo Sapiens e collocato intorno ai 40.000 anni fa, benché si discuta della possibilità che possa attribuirsi al precedente uomo di Neanderthal.