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28 Febbraio 2003 ARCHEOLOGIA
RAI
Scoperte trenta citazioni di Leonardo sulla cultura egiziana e orientale
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Coccodrilli, cammelli, sconosciuti animali che vivevano lungo il fiume Nilo, riferimenti a complessi ingegni idraulici di Erone d'Alessandria, a Menfi e ad altre citta' ed anche alla distrutta Biblioteca d'Alessandria, una delle sette meraviglie del mondo antico: nei manoscritti di Leonardo da Vinci (1452-1519) sono state scoperte piu' di 30 citazioni sull'Egitto.

L'identificazione si deve al professor Alessandro Vezzosi, direttore del Nuovo Museo Ideale Leonardo di Vinci (Firenze), il quale illustrera' le scoperte il 6 marzo al Cairo nel corso di un convegno che seguira' l'inaugurazione della mostra ''Leonardo e l'Egitto'', che si terra' all'Opera House della capitale egiziana nei mesi di marzo e aprile.

I misteriosi accenni del genio rinascimentale all'Egitto e all'Oriente, indagati per la prima volta, di fatto continuano ad alimentare i misteri che circondano la vita dell'autore della ''Gioconda'', facendo anche balenare l'ipotesi di un suo eventuale viaggio nella terra dei Faraoni.

Svolgendo le ricerche sul Codice Atlantico, il Codice di Madrid e il Manoscritto B dell'Istituto di Francia, contenenti carte autografe leonardiane, Vezzosi ha portato alla luce nuovi elementi e considerazioni di ''estremo interesse'' sui rapporti di Leonardo con la cultura egiziana: si tratta di fonti essenziali per il suo pensiero e della sua opera oltre che di una dimensione e di una geografia ideali per il suo immaginario.

Un accenno all'incendio della Biblioteca di Alessandria, in cui furono ''abrusiati 7 cento mila volumi di libri al tempo di Julio Cesare'', Leonardo lo fa, verso il 1487, in un foglio del Codice Trivulziano che si conserva a Milano, nel Castello Sforzesco. Il viaggio fantastico di Leonardo in Egitto risaliva poi fino alle sorgenti il corso del Nilo, che considerava lungo tremila miglia (''Nilo scoperto''), piu' il ''Nilo che corre a oriente''.

I cammelli compaiono in particolare in un foglio del Manoscritto B, databile sempre intorno al 1487, in cui si vedono come, secondo Leonardo, ''gli Egizi, gli Etiopi e gli Arabi nel passare il Nilo usano ai cammelli appiccare ai lati del busto due baghe, cioe' otri''. La cartina del Mediterraneo nel Codice Atlantico (databile circa al 1515) e' accompagnata da alcune descrizioni che indicano il Nilo come ''divisore'' dell'Europa dall'Asia e il Mediterraneo dell'Africa dall'Europa.

In un altro foglio del Codice Atlantico (in cui pure sono raffigurati il Mediterraneo e l'Egitto) si trova invece un concetto estensivo di Leonardo a proposito della cultura mediterranea: ''Il massimo fiume del nostro mondo e' il Mediterraneo fatto fiume, che si move dal principio del Nilo all'Oceano occidentale. E la sua suprema altezza e' nella Mauritania esteriore e ha di corso 10 mila miglia, prima che si riparti col suo oceano, padre delle acque. Cioe' 3 mila il Mediterraneo, 3 mila il Nilo scoperto e 3 mila il Nilo che corre a oriente, eccetera''.

Nel particolare di un foglio del Codice di Madrid (databile circa al 1496) la Terra e' raffigurata schematicamente con Asia, Africa, Nilo e il ''cientro universale del mondo''.