Un team di archeologi Indiani ha riportato alla luce, nel sito archeologico di Hatab, 20 Km a sud di Bhavnagar in India, 160 sigilli con scrittura Brahmi. I sigilli sono stati datati a 2000 anni fa e servivano, probabilmente per marchiare la merce destinata all'esportazione. Nello scavo, in corso da 1 anno, sono stati trovati numerosi oggetti e tutto fa pensare, ha detto l'archeologo e Direttore dello scavo Shubhra Pramanik, che Hatab sia il centro commerciale conosciuto come "Ashtakapra", citato anche nel "Periplus maris erythraei", e che trova menzione anche nelle annotazioni storiche di Tolomeo.
I sigilli sono stati ritrovati nei pressi della fortificazione dell'antica città che è circondata da un fossato, il quale ha un canale che porta al Golfo di Cambay suggerendo così ampi commerci marittimi. Nell'antichità si diceva di collegamenti commerciali tra la Grecia e questa zona del Gujarat e altre parti del mondo, senza mai però averne prova archeologica.
Il ritrovamento di questi sigilli, di anfore e monete romane è la prova di intensi scambi commerciali. Pramanik conferma anche il ritrovamento di alcuni manufatti in bronzo tra cui un busto umano con molte affinità con l'arte greca.
La scrittura brahmi ("di Brahma") si iniziò ad usare, in India, dal IV all'VIII secolo a.C. Introdotta forse dall'area semitica, il brahmi si diffuse in India ed in Asia al seguito delle religioni ed è il capostipite di una numerosa famiglia di scritture diffuse in India settentrionale (es. il devanagari), India meridonale (es. il tamil), Asia sudorientale (es. il tailandese), Himalaya (es. il tibetano).
Le scritture di origine brahmi sono alfabetiche: le consonanti sono rappresentate da lettere mentre le vocali sono indicate da segni modificatori. Rispetto agli alfabeti di origine fenicia, comunque, il brahmi e i suoi derivati presentano aspetti in certo qual modo sillabici; le consonanti non esplicitamente marcate, infatti, sono associate ad un'implicita vocale inerente.
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