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13 Dicembre 2004 STORIA
SF Gate
GLI SCIENZIATI DISCUTONO LE ORIGINI DELLA «GRANDE ESTINZIONE»
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Un cataclisma 250 milioni di anni or sono spazzò via pressoché tutte le forme di vita dagli oceani della Terra, e circa tre quarti di tutte le piante ed animali sulla terra. Fu la più grande catastrofe nella storia del nostro Pianeta – ma gli scienziati che studiano il fenomeno non concordano circa cosa lo possa avere causato.

Fu l´impatto di un gigantesco asteroide o meteorite che uccise così tante forme di vita? O fu un violento scoppio di vulcanismi dal profondo della Terra il fattore fatale?

La discussione sulle deboli evidenze provenienti dalla remota era geologica chiamata "Permiano" continua, ed il contenzioso scientifico si accenderà questa settimana quando l´Unione Geofisica Americana si riunirà al Moscone Center, con circa 11, 000 studiosi partecipanti.

Gli scienziati concordano nell´affermare che l´estinzione di massa fu improvvisa: la Terra si ritiene abbia almeno 4 miliardi di anni, e la "Grande Estinzione", come la definiscono i paleontologi, potrebbe essere durata meno di 200, 000 anni dall´inizio alla fine, un breve momento nel tempo geologico.

Nella fase più recente della controversia, i team di ricercatori si sono schierati in sostegno dell´una e dell´altra teoria per spiegare cosa innescò il disastro.

Un gruppo di ricerca internazionale, guidato da Christian Koeberl dell´Università di Vienna e Kenneth Farley dell´Istituto di Tecnologia della California, sostiene che non esistano evidenze stringenti a sostegno della teoria dell´impatto.

Tracce chimiche scoperte recentemente sulle Alpi australiane e sulle Dolomiti italiane, dove elementi tipici di asteroidi o meteoriti sono pressoché nulle, è una chiave del loro argomento.

Koeberl e Farley, come molti altri geochimici, sostengono che l´estinzione fu molto più probabile se dovuta ad un immenso versamento di lava nella parte settentrionale dell´immenso supercontinente di allora, noto come Pangea. I resti di questo evento potrebbero essere trovati nella vasta regione superficiale di roccia basaltica nella Russia settentrionale, conosciuta come la Steppa Siberiana.

Farley, Koeberl ed i loro colleghi hanno appena pubblicato il loro studio sul numero di dicembre della rivista Geology.

"La nostra scoperta mostra che le prove dell´impatto extraterrestre sono deboli ed inconsistenti" commenta Koeberl via e-mail. "Allo stesso tempo, suggerisce che la diffusa attività vulcanica possa essere stata la "pistola fumante" che, letteralmente, spazzò via la vita dalla Terra."

Ma un altro gruppo, che comprende Luann Becker dell´Università di Santa Barbara e Asish Basu dell´Università di Rochester a New York, insiste che gli antichi frammenti di meteoriti scoperti in Antartide – e tracce del rarissimo isotopo di elio sulle rocce antartiche – mostrerebbero chiaramente che quando la Pangea si stava ancora formando, un meteorite gigantesco debba aver impattato sull´Emisfero Meridionale.

Questo impatto creò un enorme cratere, ampio centinaia di miglia, che può essere attualmente individuato sul fondo del mare sotto l´oceano indiano a largo della costa nord-occidentale dell´Australia, sul confine di una regione desertica sisimicamente attiva chiamata Bacino di Canning. Becker ritiene che una montagna sommersa chiamata Bedout High (pronunciata in lingua inglese Be-doo) potrebbe esser il picco centrale del cratere ormai difficile da notare.

L´immensa esplosione che creò il cratere potrebbe avere oscurato i cieli, sollevato spesse nuvole di polveri, frammenti di roccia e gas e creato quello che Carl Sagan ed i suoi colleghi avrebbero definito 20 anni or sono "inverno nucleare" sostengono Basu e Becker.

Insieme ad altri colleghi, hanno pubblicato la loro interpretazione sulle cause dell´estinzione di massa, sulla rivista Science lo scorso anno, e sottolineano che il Bedout High sia la migliore delle evidenze per l´impatto su un altro numero di Science lo scorso maggio.

Il tempo in cui tutta la vita fu spazzata via, è conosciuto come il confine tra la fine del periodo Permiano – un´epoca che durò da 286 a 245 milioni di anni or sono – e l´inizio del periodo Triassico, quando la vita rifiorì ed i dinosauri evolsero, in ultimo, per regnare sulla Terra.

I dinosauri scomparvero nel corso della seconda grande estinzione di massa conosciuta nella storia della Terra. Questo evento ebbe luogo 65 milioni di anni or sono, quando – come quasi tutti i paleontologi e geologi convengono – un impatto asteroidale estinse il 70% della vita sulla Terra e creò un ampio cratere chiamato Chixchilub che attualmente giace sotto il mare poco a largo della Penisola dello Yucatan.

Una delle principali basi d´appoggio della teoria dell´impatto extraterrestre per l´evento che uccise i dinosauri, è uno strato sottile dell´elemento iridio nella formazione delle rocce attorno al mondo, scoperto quasi 25 anni or sono da Walter Alvarez dell´Università di Berkeley. L´iridio è raro sulla terra, ma comune sugli asteroidi. Altra evidenza è la presenza diffusa di piccoli grani di quarzo sottoposto ad un impatto particolarmente violento, e la presenza di isotopi di elio – rinvenibili in natura unicamente in elementi di provenienza extraterrestre come meteoriti, asteroidi e la luna – negli strati di iridio ed altre rocce.

Secondo Basu e Becker, l´iridio è raro nei campioni di roccia che Becker ha trovato in Antartide – ma vi si trovava gran quantità di quarzo da impatto e frammenti di quelli che potrebbero essere solo meteoriti estremamente antichi, riportano. E in molte formazioni della fine del periodo Permiano, dicono, hanno trovato chiari segni di evidenze cruciali: la presenza dell´isotopo extraterrestre di elio, conosciuto come elio-3.

Farley, ad ogni modo, è un esperto dei cosiddetti gas nobili, incluso l´elio, ed in tutti i suoi test di laboratorio egli insiste di non essere riuscito a trovare tracce di gas extraterrestri nelle stesse formazioni studiate da Becker e Basu.

"Non vi sono in assoluto prove di un impatto extraterrestre in nessuna delle formazioni che si datano dalla fine del Permiano" afferma Farley.

Al riguardo, Basu risponde per telefono: "Come Carl Sagan ha sempre detto: l´assenza di evidenza non è evidenza di assenza" In altre parole, solo perché Farley non è riuscito a trovare l´elio-3 ciò non prova che non vi fosse.

Come una sorta di osservatore neutrale, Paul R.Renne, che dirige il Centro Geocronologico di Berkeley, ha analizzato e valutato le evidenze di entrambe le teorie.

"Il dibattito è davvero un dilemma scientifico" ha dichiarato Renne, "ma vi sono dubbi notevoli sull´attendibilità delle ricerche condotte in Antartide, e non vi sono evidenze davvero consistenti a sostenerle."

L´argomento su quale elemento abbia spazzato via - di fatto - tanta parte di vita sulla Terra circa 250 milioni di anni or sono, continuerà molto molto a lungo, e solo un mese fa nelle lettere a Science, non meno di otto scienziati che studiano l´argomento hanno definito il rapporto di Becker e Basu una trovata sensazionalistica.

Al che Becker replica, in una dichiarazione piuttosto accesa rilasciata alla rivista Nature: "Questa non è più scienza, è intimidazione."

TAG: Dinosauri