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22 Giugno 2003 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Esperti romani "cureranno" il vaso di Warka
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ROMA - "E' successo, mi hanno raccontato, circa dieci giorni fa. Tre uomini non identificati, cui non sono state rivolte domande, sono giunti in automobile, non so se dopo qualche trattativa un po' discreta, al museo di Bagdad; sul sedile posteriore avevano il reperto più rilevante dei 36 razziati tra l'11 e il 13 aprile da quel museo, con altre migliaia di oggetti meno importanti: un autentico capolavoro, il Vaso di Warka, in alabastro, i cui rilievi votivi mostrano la Regina del cielo che riceve le offerte, databile almeno a 5300 anni or sono, il 3000 avanti Cristo. Lo hanno semplicemente restituito. E' in condizioni discrete: si sono nuovamente spezzate antiche fratture, che erano state ricomposte; mi pare che ci sia una lesione nuova e recente alla base, ma nulla d'irreparabile. A fine mese, tornerò a Bagdad, con un paio di esperti dell'Istituto centrale per il restauro di Roma: saranno loro a "curare", e speriamo a "guarire", il celeberrimo vaso, appena ritrovato". Giuseppe Proietti, il direttore generale per l'Archeologia del ministero per i Beni culturali, è appena rientrato da una nuova missione in Iraq; racconta di grandi tensioni e poche buone notizie.

"Un tentativo di normalità sarà compiuto tra pochi giorni, il 3 luglio: non solo riapriranno due sale del museo, quelle con i grandi rilievi assiri; ma, per la prima volta dal 1989, quando furono ritrovati, saranno anche esposti alcuni dei gioielli di Nimrud: una parte dei corredi delle tombe principesche, che si sono salvati perché, ormai da anni, ricoverati nel caveau della banca centrale"; quei gioielli di cui, prima della guerra, sembrava prossima una mostra in Italia: "Avevamo già quasi concretizzato i relativi accordi e scambi". Ma per il resto, "c'è poco di che stare allegri": gli scavi clandestini, in tutto il Paese, "proseguono assai massicci". Due noti archeologi, il professor McGuire Gibson e Henry Wright dell'università del Michigan, hanno sorvolato in elicottero il Sud iracheno; il loro reportage apparirà a ottobre su National Geographic . Attorno a tre insediamenti sumeri del III millennio avanti Cristo, non molto lontano da Nassiriah, hanno visto, e "dappertutto", tracce di "scavi clandestini recenti". "A Umma, 200 persone al lavoro; altre 300 a Isin; ad Adab, erano almeno 200, provviste di quattro veicoli, a scandagliavare l'intero sito". Come un gruviera archeologico. "So che gli americani", riprende Proietti, "vigilano i luoghi più sensibili, con pattugliamenti in elicottero: perfino abbassandosi di quota, e sparando, per disperdere chi scava; inoltre, sono stati operati alcuni arresti. Ma mi è stato spiegato che queste misure non bastano, per contenere il terribile fenomeno". "E quanto succede, non è limitato a questi siti: purtroppo, riguarda un po' tutti gli insediamenti; anche i più famosi".

"Sono stati compiuti i primi passi per restituire qualche funzionalità all'amministrazione culturale irachena; ma il controllo del territorio è ben altra cosa", spiega ancora Proietti. E aggiunge: "Con i 150 mila euro ricavati dal concerto di Paul McCartney al Colosseo, al prossimo viaggio doteremo il museo di un laboratorio di restauro; perché è andato totalmente distrutto quello che possedeva". "Con la riapertura, più che altro simbolica e sotto la vigilanza armata dei militari americani, di una piccola parte del museo nazionale, questo potrà costituire il primo segno di una ripresa che, peraltro, sembra ancora assai lontana. E intanto, i "tombaroli", gli scavatori clandestini, stanno mettendo il Paese a ferro e fuoco; rubando molto di ciò che vi è ancora nascosto; distruggendo i contesti e così anche impedendo di capire, spesso, il vero valore e significato delle opere e dei reperti che vengono ritrovati. Insomma, rendendoli muti per sempre". E il Vaso di Warka? "Chissà se è stato restituito in seguito a una sorta di "ordine" di carattere religioso, o per quale altro motivo. La speranza è, logicamente, che altri capolavori, peraltro impossibili da vendere, vengano riconsegnati in cambio dell'impunità".