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3 Luglio 2003 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Leggende tante, prove concrete nessuna
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ROMA - Quelle etiopi sono solo copie simboliche: la vera Arca dell'alleanza, almeno stando alla Bibbia, era ricoperta d'oro con due cherubini dalle ali dorate e non poteva essere toccata da nessuno, pena la morte immediata. Conteneva le tavole della legge che Dio aveva dato a Mosè sul Monte Sinai. "L'Arca - spiega Santi Grasso, professore di Esegesi biblica alla Università della Santa Croce di Roma - inizialmente era portata di città in città nel regno di Israele, perché simboleggiava la presenza di Dio tra il popolo. Poi venne collocata nel Santo dei Santi, il luogo più nascosto del Tempio di Gerusalemme, a cui era possibile accedere solo nel giorno della festività dello Yom Kippur. Attorno al 587 avanti Cristo, con la distruzione del Tempio ad opera dei babilonesi, scomparve, probabilmente distrutta anch'essa".

I misteri sulla sua sorte hanno creato nel tempo molte leggende, che hanno fatto da background a "I predatori dell'arca perduta". Nel film, l'Arca era sepolta sotto le sabbie del deserto egiziano tra le rovine di un'antica città. Nel 1992, l'esploratore inglese Graham Hancock sostenne invece che fosse nel santuario di Santa Maria di Axum, in Etiopia. L'Arca sarebbe stata portata via da Gerusalemme al tempo del re Manasse (attorno al 650 avanti Cristo) e nascosta sull'Isola Elefantina sul Nilo. Alla fine sarebbe stata portata a Axum, dove una festa celebra tuttora il suo arrivo.

Altri invece avanzano l'ipotesi che al tempo dell'invasione babilonese nel Tempio fosse conservata solo una copia. Quella vera sarebbe stata nascosta in una caverna del Monte Oreb. Tra le varie leggende, spicca quella che coinvolge i templari: l'Arca sarebbe stata trafugata dal potente ordine cavalleresco e sarebbe ancora conservata in qualche castello del Nord Europa.

Un altro esploratore inglese, Ron Wyatt, sostenne invece di averla trovata a Gerusalemme. Secondo quanto riportato dalla moglie, nel 1978 Wyatt si sarebbe trovato nei pressi della porta di Damasco e d'istinto (o ispirato da una forza soprannaturale) avrebbe indicato una discarica, dicendo che l'Arca si trovava là sotto. Dopo aver scoperto una camera con il prezioso reperto, cercò di fotografarlo ma le immagini risultarono annebbiate. In realtà, come ricorda Grasso, bisogna distinguere tra la letteratura biblica e la storia. "Non ci sono prove concrete dell'esistenza dell'Arca a parte i testi biblici - dice l'esperto - e le ultime datazioni fanno pensare che questi testi risalgano a un periodo molto più tardo (quasi mille anni dopo) rispetto alla data di creazione dell'Arca. Senza prove archeologiche certe non sapremo mai se è effettivamente esistita".