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5 Luglio 2004 STORIA
NSERC CRSNG
L´ARTICO SVELA LE PROVE DELLA TRUFFA DELL´ORO ELISABETTIANO
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Gli scienziati canadesi hanno dichiarato di aver trovato la prova conclusiva che una piccola isola artica fu il sito della prima e forse più grande, truffa mineraria della storia.

Nel 1577 e 1578, l´Isola di Kodlunarn, in quella che è adesso la Baia di Frobisher, fu scenario del falso El Dorado artico del marinaio inglese Martin Frobisher, che si rivelò il più grande fallimento finanziario del Nuovo Mondo. Ora due scienziati dell´Università di Laval hanno dichiarato che vi sono solide evidenze che Frobisher ed i suoi chimici furono complici nella più colossale truffa dell´età Elisabettiana.

Da quando scoppiò lo scandalo più di 400 anni or sono - quando si scoprì che le tonnellate di roccia nera di Frobisher, portate indietro a Londra dall´Artico Canadese, non avevano alcun valore - sono state formulate una serie di congetture circa quel che accade. Si trattò di una truffa vera e propria ai danni della corona inglese, o Frobisher ed i suoi uomini presero un clamoroso abbaglio, in buona fede?

Un´ipotesi interessante, portata avanti dal minerologo dell´Università di Ottawa ora in pensione, il Dr. Donald Hogarth, sostenne che gli assistenti di Frobisher inavvertitamente contaminarono i loro campioni con oro contenuto nel piombo usato nel processo di estrazione.

Ora, per la prima volta, campioni di piombo dell´officina sull´Isola di Kodlunarn sono stati analizzati usando una combinazione di metodi antichi e nuove tecnologie, per riuscire a testare l´ipotesi della contaminazione.

"Abbiamo scoperto che non vi è traccia di contaminazione d´oro nel piombo usato dai tecnici di Frobisher" ha dichiarato il DR. Georges Beaudoin, un geologo all´Università di Laval. Il risultato di questa ricerca finanziata dalla NSERC, sarà pubblicata sul numero corrente della Rivista Canadese di Scienze della Terra.

Le cinque sfere grigie di piombo sono state scoperte e raccolte sull´Isola di Kodlunarn nel corso di uno scavo archeologico condotto nel 1993-4 dall´archeologo dell´Università di Laval Reginald Auger.

"Con questi risultati abbiamo confutato la possibilità che il piombo fosse stato contaminato da metalli preziosi" ha dichiarato il Dr.Auger, co-autore dell´articolo.

"Ma allora, com´è possibile che nel 1578 Frobisher arrivò al punto di caricare 12 navi con tonnellate di minerali neri e riportarle indietro a Londra? I chimici al sito devono aver capito subito che si trattava di materiali senza alcun valore. Dobbiamo concludere che fu architettata una truffa".

I chimici del XVI secolo sapevano che era possibile contaminare i campioni di minerali con oro e argento. Il processo di estrazione, usato ancora oggi, prevede di sciogliere un piccolo campione di minerale in un recipiente di ceramica. Il piombo ridotto in polvere viene quindi sparso sulla roccia sciolta. Non appena il piombo si unisce e scende sul fondo del recipiente, si lega con altri metalli per affinità geochimica. La sfera di piombo che si forma sul fondo del recipiente di ceramica, viene quindi raccolta, ed ogni metallo prezioso separato chimicamente dal piombo.

Ad ogni modo, la stessa affinità geochimica che determina il legame del materiale prezioso con il piombo nel processo di estrazione, implica che il piombo usato possa già essere stato naturalmente contaminato con questi materiali.

"Il piombo europeo era rinomato per contenere argento" ha dichiarato Auger. Usando l´analisi ad isotopi di piombo, il Dr. Beaudoin ha determinato che vi erano due fonti di piombo al sito dell´isola di Kodlunarn. Mediante analisi ad elettroni e spettrometro di massa, il Dr Beaudoin ha potuto determinato che nessuno dei due tipi di piombo contenesse livelli di oro rilevabili.

Il sito di Frobisher sull´Isola di Kodlunarn fu riscoperto nel 1860 dal giornalista americano ed esploratore artico Charles Francis Hall, che stava cercando la spedizione perduta di Franklin.

All´inizio degli anni ´90, il Dr. Hoghart dell´Università di Ottawa usò le moderne tecniche di analisi per determinare se vi fossero tracce anche solo minute d´oro nelle rocce nere che tanti, alla corte di Elisabetta I, ritenevano essere un vero e proprio tesoro del Nuovo Mondo.

Almeno sei delle analisi portate avanti sulle rocce a Londra nel 1577 e 1578 riportarono livelli di concentrazione d´oro superiori di 100, 000 volte di quelle che si trovavano effettivamente nella roccia.

"Possiamo solo concludere che l´oro fu aggiunto dai chimici di Londra" hanno scritto Beaudoin ed Auger.

Questa è la prima volta in cui Beaudoin ha applicato la sua esperienza geochimica ad un mistero archeologico. Ha dichiarato che esistono considerevoli somiglianze tra la truffa dell´oro di 426 anni or sono, e lo scandalo detto Bre-X degli anni ´90. In questo caso una piccola compagnia di estrazione mineraria canadese sostenne di avere trovato un enorme deposito d´oro in una giungla indonesiana. La notizia mandò le azioni della compagnia alle stelle, ma crollarono in tempi altrettanto rapidi quando si scoprì che i campioni d´oro erano stati in realtà contaminati.

Beaudoin ritiene che bastarono circa due once d´oro, del costo di circa 800$ al prezzo corrente, per contaminare i campioni di Frobisher e dare il via al falso investimento.

Beaudoin ha dichiarato "Nel caso Bre-X furono probabilmente usati gli stessi bassi livelli di sofisticazione nella contaminazione del campione. E´ affascinante vedere come la storia ripete se stessa"