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30 Luglio 2003 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Luco. Ritrovata un'altra statua, forse è la dea Venere
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LUCO DEI MARSI - Altro sensazionale ritrovamento nel tardo pomeriggio di ieri presso il sito archeologico alle porte di Luco dei Marsi. Si tratta di una splendida statua, di circa settanta centimetri di altezza, che al pari delle altre due opere rinvenute in precedenza, esalta la maestria dell'autore nell'incarnare corpi di divinità femminili. In particolare l'opera rinvenuta ieri, acefala al pari delle altre, sembra lasciare dietro di sè meno dubbi delle precedenti riguardo la sua attribuzione iconografica. Infatti, la bellezza delle forme, la nudità del busto e il velo che copre la parte inferiore del corpo, dal bacino in giù, richiamano effettivamente dall'immaginario collettivo, la figura della dea Venere, la dea della bellezza, che il mito vuole nata dalla spuma del mare di Cipro. Ora al di là dell'immenso valore archeologico e culturale che ognuna di queste statue incarna, il lavoro della dottoressa Campanelli, e delle due archeologhe Daniela Liberatore e Daniela Villa, comincia ad aprirsi verso orizzonti molto più ampi. Anzitutto ci si chiede se, oltre ai due templi già rinvenuti, il complesso di questa area celi ancora altri siti e soprattutto altre grosse opere, ma altro aspetto fondamentale è quello di tracciare un filo logico che leghi tutto l'insieme delle diverse tessere che via via vengono fuori. Verrebbe d'istinto da pensare infatti che data la eterogeneità dei pezzi ritrovati, la loro vicinanza sia occasionale e dovuta magari ad eventi non studiati. Ciò sottenderebbe la presenza di una area assolutamente vasta, dedicata a culti diversi, e quindi alla presenza sotto quel suolo di una immensa ricchezza storica.