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8 Agosto 2003 ARCHEOLOGIA
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Scavi al foro, Caligola ampliò la casa nel tempio
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Roma - Una residenza imperiale sempre piu' grande. Al punto da non esitare ad 'annettere' un tempio. Quella che sembrava solo una delle tante stravaganze in odor di megalomania attribuite (per poi essere spesso smentite) a Caligola dagli scrittori dell'epoca, sembra avere trovato una conferma archeologica.

A pensarla cosi e' un team di 35 archeologi delle universita' inglese e statunitense di Oxford e Standford che per cinque settimane ha lavorato nel Foro Romano, nell'area al confine tra la zona religiosa e quella commerciale, con una concessione di scavi ottenuta dalla sovrintendenza archeologica di Roma e un finanziamento dell'American Institute for Roman Culture. Gli studiosi non hanno dubbi: il sistema di fognature di epoca giulio-claudia, il muro interno di sostegno e il pavimento in pietra bianca individuati a ridosso del percorso che divideva il tempio dei Dioscuri dal palazzo dell'imperatore (37-41 dopo Cristo) - lo stesso che, secondo un celebre aneddoto, avrebbe voluto nominare senatore un cavallo - sono la prova dell'esistenza delle fondamenta dell'edificio con cui Caligola ingrandi' la sua casa inglobando il tempio.

A raccontare della bravata architettonica dell'imperatore fu, in particolare, Svetonio. Che pero' non viene sempre considerato attendibilissimo dagli esperti dell'epoca imperiale. Per avvalorare la sua tesi, il team internazionale cita anche un passo di Cassio Dione, e incassa con soddisfazione il 'riconoscimento' del sovrintendente archeologico della capitale, Adriano La Regina, che mette da parte la sua tradizionale cautela per parlare di "ritrovamento di una certa importanza". Ma per le verifiche del caso bisognera' aspettare le prossime estati. Quando inglesi ed americani riprenderanno l'opera interrotta.