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10 Settembre 2003 PALEONTOLOGIA
Kataweb
Ulm. Scoperti i più antichi esempi di arte figurativa
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Ulm - Sono le più vecchie testimonianze di arte figurativa dei nostri antenati mai scoperte e svelerebbero i più precoci tentativi dell'uomo moderno di dipingere usando l'immaginazione. Si tratta delle immagini scoperte circa un anno fa da Nicholas Conard, dell'università tedesca di Tubingen, nelle cave del Hohle Fels vicino a Ulm e ora datate a 30 mila anni fa, cioè quando in Europa i lontani parenti del nostro antenato muovevano i primi passi. Come riferito sulla rivista Nature, le figure descrivono soggetti metà uomo metà animale, provando quindi la capacità dei nostri antichi progenitori di immergersi nell'immaginario oltre che riprodurre la realtà. Secondo quanto risulta dalle tecniche di datazione al carbonio, le nuove pitture e statuetta, per lo più immagini di animali come uccelli e cavalli o ibridi uomo-animale, toglierebbero il primato al Lowenmensch, l'uomo leone ritrovato sempre in Germania e considerato finora il più antico in assoluto. Ma a giudicare dalla maggiore profondità dei nuovi fossili, il Lowenmensch è più giovane. Questi ritrovamenti hanno un potere forte nel condizionare le teorie circa le migrazioni dei primi antenati di uomo moderno dalla loro culla africana fino in Europa. Conard è convinto che siano ulteriori prove a supporto del passaggio di Homo sapiens sul fiume Danubio. Ai tempi il fiume doveva essere una via di transito preferenziale, una vera strada di ghiaccio. Eppure, come accade sempre quando ci si imbatte in simili resti archeologici, c'è chi non è del tutto d'accordo e suggerisce la possibilità che quelle opere figurative appartengano al cugino dell'uomo moderno, l'uomo di Neanderthal, che già viveva in Europa quando l'Homo Sapiens cominciava a muovere i primi passi. Neanderthal e Homo Sapiens avrebbero potuto condividere, senza essere troppo in amicizia, gli stessi territori. Così mentre Conard dice che nessun fossile riconducibile a Neanderthal è stato trovato in quel sito ed esclude quindi l'appartenenza di quelle opere ai neanderthaliani, altri archeologi rimangono più cauti.