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17 Marzo 2005 ARCHEOLOGIA
cnn.com
PERDUTO E RITROVATO
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Mahabalipuram, India – Per pochi minuti, mentre le acque si ritiravano dalle coste e poco prima che lo tsunami irrompesse con la sua forza distruttiva, i pescatori sulle spiagge hanno intravisto sui fondali dell´oceano, edifici e resti di cui le leggende narravano da generazioni e generazioni.

O almeno, così hanno dichiarato. Per l´estensione di circa un miglio, il sito era incrostato di detriti e coperto di fango. Ma i pescatori insistono di avere visto i resti di antichi templi e centinaia di blocchi della dimensione di frigoriferi, tutti brevemente esposti, prima che il mare li inghiottisse di nuovo.

"Si potevano vedere le mura in rovina coperte di coralli, ed un tempio diroccato nel mezzo" ha dichiarato Durai, un pescatore che, come molti indiani del sud, non ha un proprio cognome. "Mio nonno era solito raccontare che qui vi era un porto una volta, ed un tempio, e improvvisamente, abbiamo scoperto che era vero, e abbiamo potuto vederlo."

Qualunque cosa fosse, ad ogni modo, si trova di nuovo sott´acqua adesso. Ma a poche centinaia di metri di distanza, qualcos´altro è tornato in superficie. Lo tsunami ha rimosso circa sei piedi di sabbia da una sezione della spiaggia, scoprendo un piccolo gruppo di massi incisi, e da tempo sepolti, a forma di animali, e di donne.

Il 26 dicembre lo tsunami ha infuriato su centinaia di miglia di coste in Asia. Ha ucciso almeno 126, 000 persone solo in Indonesia, e 31, 000 in Sri Lanka. In India, 10, 700 persone sono state confermate morte, con più di 5, 600 dispersi.

Mahabalipuram, capitale di un antico regno e famosa per i suoi elaborati templi Hindu, è scampata quasi indenne al disastro, con soli tre morti e limitati danni.

E vi è ancora qualcosa, che lo tsunami ha riportato su queste coste: turismo archeologico, alimentato dai titoli sui giornali e sui media indiani, che parlavano di un´Atlantide riscoperta.

"La gente arriva a vedere cosa emergerà dagli scavi" spiega Timothy, che vende conchiglie di mare e palme di plastica su una bancarella di souvenir.

Il turismo è la principale risorsa economica del luogo, l´essenziale sostentamento per tutta la classe media indiana, e la strada costiera mostra un allineamento quasi interminabile di alberghi a gestione familiare e ristoranti economici.

Ma cosa hanno visto in realtà i pescatori?

Gli archeologi sorridono ai racconti su Atlantide e dicono che potrebbero volerci anni di esplorazione sottomarina per scoprire la verità. Ma quasi nessuno qui attorno conosce le leggende popolari – veri e propri cocktail di storia e mitologia che raccontano di una grande città portuale che commerciava con la Cina ed il sud est asiatico circa 1, 300 anni or sono.

E´ una città fatta per la leggenda. Sede di dozzine di templi hindu, strutture di pietra barocche spesso coperte di incisioni,

E si parla del suo tempio più famosa; le Sette Pagode, così nominate per lo stile vagamente simile a quello delle pagode dei templi hindu di questa parte dell´India. Questi templi, che secondo il mito erano una volta allineate lungo la costa, erano così belle che gli dei li distrussero tutti eccetto uno – il cosiddetto Tempio della Costa, un complesso magnificamente inciso, ora considerato un tesoro nazionale.

Alcuni pescatori insistono di avere visto più di sei templi perduti quando le acque si ritirarono. "Devono essere stati almeno 20" ricorda Sunderasan, un giovane che gesticola guardando il mare. "Non abbiamo idea che fossero così tanto là fuori".

Gli archeologi hanno dichiarato che gli scavi sulla spiaggia e nel mare erano già in corso prima dell´arrivo dello tsunami, e che i sommozzatori hanno effettuato alcune scoperte promettenti di blocchi incrostati di detriti, che sembrerebbero opera dell´uomo.

Così, almeno ufficialmente, i ricercatori esprimono poca sorpresa.

Ma, in modo anonimo, alcuni ricercatori ammettono che lo tsunami ha rivelato più di quanto ci si sarebbe aspettati.

"Dalla prospettiva archeologica, forse lo tsunami è stato un bene. Abbiamo trovato alcune cose nuove" dichiara uno degli studiosi, indicando ai massi esposti.

"Ma da una prospettiva umana..." dichiara, e le sue parole scivolano lentamente nel silenzio. Poi finalmente aggiunge: "Vi sono stati tantissimi morti, tantissimi danni, e tanta distruzione."