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31 Agosto 2001 ARCHEOLOGIA
xinhuanet
Esperti Nepalesi richiedono un intervento contro i trafficanti
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KATHMANDU – Esperti ed archeologi nepalesi, negli scorsi giorni, hanno richiesto un´azione globale per fermare i traffici illeciti di proprietà archeologiche e culturali attorno al mondo.

A conclusione di un simposio sulle eredità culturali, gli esperti hanno adottato la cosiddetta Dichiarazione di Kathmandu, che richiede espressamente che: "tutti i paesi che non abbiano ancora ratificato la convenzione delle Nazioni Unite contro il commercio internazionale di oggetti archeologici, debbono provvedere al più presto".

L´UNESCO ha adottato nel 1970 una Convenzione sui Mezzi di Proibizione e Prevenzione delle Importazioni, Esportazioni e Trasferimenti Illeciti di Beni e Proprietà Culturali come il primo strumento legale globale per la protezione dei patrimoni culturali dal furto e dal contrabbando.

Nonostante questo il traffico illegale di tali oggetti non si è fermato negli ultimi tre decenni in Nepal ben due terzi del numero totale di antiche sculture ed immagini trovate nel corso di scavi aperti a Kathmandu, sono già stati rubati ed esportati all´estero, riferisce la dichiarazione.

La dichiarazione suggerisce così che il Governo Nepalese crei un sito Internet con la descrizione delle sculture mancanti ed immagini relative, per aiutare a riconoscere gli oggetti rubati, e riportarli nel paese.

Grande enfasi è stata posta anche sulla necessità di un´informazione pubblica del programma, per permettere alla popolazione Nepalese di comprendere il grande valore degli antichi e preziosi monumenti ed idoli che il regno dell´Himalaya possiede e salvaguarda.

Al simposio, organizzato congiuntamente dall´Ufficio di Kathmandu dell´UNESCO e dal Dipartimento Nepalese di Archeologia, hanno preso parte circa 30 esperti, archeologi e studiosi dal Nepal e dall´UNESCO.